Pesaro

Discariche di Urbino e Tavullia, stop all’arrivo di rifiuti da tutta Italia

La Regione accoglie l'emendamento di Ruggeri (M5S): «Evitare precoce esaurimento ma chiediamo dove sono gli extraprofitti»

URBINO – Discariche di Cà Lucio e Cà Asprete, stop al riempimento con i camion da tutta Italia.

La proposta di Piano d’Ambito provinciale è da emendare in seguito all’accoglimento da parte dell’Assemblea Territoriale di Ambito dell’osservazione della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri sulle modalità di gestione delle discariche di Cà Lucio e Cà Asprete, inviata in Provincia in occasione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Altra osservazione accolta è stata quella sull’indeterminatezza delle modalità di calcolo del fabbisogno impiantistico necessario a garantire l’autosufficienza in termini di capacità di trattamento annuo della frazione organica dei rifiuti a livello di ambito provinciale, mentre è stata respinta quella che chiedeva la programmazione pubblica dell’impiantistica relativa al trattamento della frazione organica, ovvero dei biodigestori.

L’osservazione accolta sulle discariche rimarca le prescrizioni inviate all’A.T.A. dalla Regione che contestava le modalità di gestione delle discariche di Urbino e Tavullia, che a tutt’oggi sarebbero sfruttate dal gestore Marche Multiservizi in deroga alle regole stabilite nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.

Con l’accordo di programma del 31.03.2017 tra il gestore privato del servizio di igiene urbana Marche Multiservizi, l’A.T.A., la Provincia, i Comuni di Tavullia e Urbino, e l’Unione Montana Alta Valle del Metauro, le parti decidevano lo sfruttamento intensivo delle due discariche mediante il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi di natura industriale e artigianale, con provenienza anche da fuori ambito territoriale ed in deroga al limite del 50% dei rifiuti solidi urbani previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.

Marta Ruggeri, Movimento 5 Stelle

«Tale deroga rispetto alle regole regionali veniva giustificata da considerazioni di natura meramente economica, con il pretesto di ricavare risorse finanziarie per la costruzione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti da collocare a Tavullia, impianto peraltro sparito dai radar della programmazione – precisa Ruggeri – Questa circostanza, ben nota agli assessori all’ambiente che si sono succeduti in Regione ed agli uffici regionali competenti, è continuata fino ad oggi, provocando il sostanziale riempimento dei volumi di abbancamento autorizzati nella discarica di Cà Lucio di Urbino, e la previsione di un precoce esaurimento, entro il 2027, della discarica di Cà Asprete a Tavullia».

Come conseguenza di ciò la discarica fanese di Monteschiantello rimarrebbe assai presto l’unica discarica attiva in provincia, con la conseguente necessità di un suo ampliamento, già annunciato da Aset, per fare fronte alle esigenze dell’intero ambito territoriale. Un ampliamento fermamente contestato dal Sindaco del limitrofo Comune di San Costanzo, che si sarebbe potuto evitare, per il Movimento 5 Stelle di Fano, se si fosse attuata nel tempo una gestione di tutte le tre discariche provinciali coerente con il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti vigente.

Ruggeri si chiede: «Dato che l’impianto di T.M.B. annunciato non è stato fatto, dove sono andati a finire gli extraprofitti derivanti da questo sfruttamento intensivo delle due discariche? Dopo la mia interrogazione in Consiglio regionale, e le osservazioni presentate nella procedura di Valutazione Ambientale Strategica del piano d’ambito, finalmente qualcosa si muove. Rilevo questa circostanza con soddisfazione, anche se purtroppo, come spesso accade, si sono chiusi i cancelli dopo che i buoi sono fuggiti.

Ora è necessario che la Regione vigili sull’esecuzione immediata delle sue prescrizioni, ed in mancanza si attivi presso le autorità preposte, altrimenti si potrebbe prefigurare perfino una omissione di atti di ufficio».

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