Pesaro

Disagio giovanile, vandali e baby gang. Ruggeri: «La Regione attivi un osservatorio specifico»

La capogruppo di M5s sollecita l'Ente a impegnarsi per arginare il fenomeno. Ci sono casi di aggressioni e piccoli gruppi da tenere sotto controllo

ragazzo, vandali, murale
(Foto di StockSnap da Pixabay)

PESARO – Baby gang, vandali e aggressioni. Marta Ruggeri, capogruppo di M5s in consiglio regionale, rivolge un pressante appello alla giunta Acquaroli, sollecitandola a fare la propria parte e ad attivare un nucleo di confronto, raccordo e informazione individuato nell’Osservatorio su forme e condizioni di disagio adolescenziale e giovanile nelle Marche.

«Il disagio giovanile è un fenomeno sempre più esteso ed è indispensabile che le istituzioni pubbliche lo affrontino con strategie condivise». Si tratta di dare completa attuazione alla legge regionale 32/2014, che prevede di costituire l’Osservatorio in questione.

L’intervento di Ruggeri trae spunto da recenti e preoccupanti episodi avvenuti tra Fano e Pesaro: «Ne sono impressionata – argomenta – sia come insegnante sia per il fatto che gli episodi siano riconducibili alla mia città e alla mia provincia, ma evidente è che il fenomeno del disagio giovanile sia ben più diffuso, investendo tanto le Marche quanto l’intero Paese. Baby gang, baby vandali e baby bulli. E poi eccessi di ogni tipo, risse, minacce agli adulti: sui media è un continuo accendersi di spie rosse riguardo a un fenomeno attualissimo, che l’emergenza sanitaria ha accentuato».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri, capogruppo M5S in Regione

Basti pensare ai giovani di piazza Redi che dopo aggressioni e vandalismi sono stati colpiti da un daspo. O all’aggressione di Fano perchè un ragazzo indossava lo smalto nelle unghie che ha portato alla misura cautelare per tre ragazzi.

Il gruppo di M5s, composto da Ruggeri e dalla consigliera Simona Lupini, si è già occupato di temi inerenti il disagio giovanile, una definizione che abbraccia fenomeni diversi e anche distanti fra loro. «Ritengo che l’Osservatorio regionale – conclude Ruggeri – debba assumere un ruolo di cerniera rispetto alle analisi e alle misure sul disagio giovanile in ogni suo possibile aspetto. Se ne avverte l’esigenza, trattandosi di un problema complesso, ramificato e che assume molteplici sfaccettature, coinvolgendo sia le famiglia sia la scuola sia le amministrazioni pubbliche, in difficoltà ad affrontare il fenomeno».

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