Pesaro

Dipartimento materno-infantile di Pesaro, riapertura al 5 dicembre. Ma c’è carenza di medici

L'annuncio del consigliere Fdi Baiocchi. Ma è botta e risposta sui bandi deserti. «Colpa della precedente giunta». Biancani (Pd): "Bandi non appetibili»

Il consigliere Fdi Nicola Baiocchi

PESARO – Ora la data c’è. Il 5 dicembre prossimo sarà riaperto il Dipartimento Materno Infantile presso il Presidio Ospedaliero San Salvatore di Pesaro.

Dopo i lavori e le polemiche ecco la riapertura. A comunicarlo è il consigliere Fdi Nicola Baiocchi. «Le ragioni dell’attuale organizzazione del Dipartimento Materno Infantile di AORMN sono motivate a seguito dell’emergenza pandemica che ha richiesto decisioni immediate per far fronte alla crisi sanitaria. Ho seguito tutta questa vicenda fin dalla prima ora, di concerto con la struttura sanitaria, e per fare in modo che venisse ripristinato al più presto il servizio. Ora che il Covid sembra aver allentato la propria morsa, voglio ricordare che i primi lavori di rifacimento delle pavimentazioni rovinate dall’uso intenso di sanificanti iniziati il 15 marzo scorso, sono stati ultimati il 28 aprile scorso, nel reparto di Pediatria. Per Ostetricia, invece, i lavori principali risultano eseguiti, anche se il cantiere è ancora insediato poiché rimangono ad oggi da completare le opere di finitura relative alla verniciatura dei locali del reparto stesso in via presumibile di completamento entro il prossimo 15 novembre contestualmente alle procedure di verifica e collaudo impiantistico».

Successivamente ci saranno le operazioni di pulizia e sanificazione, arredamento ecc, che presumibilmente si completeranno entro fine novembre prossimo. «Salvo ulteriori complicazioni il 5 dicembre riaprirà al pubblico. Il trasferimento del Dipartimento Materno Infantile è vincolato alla piena ristrutturazione delle due strutture che si sta appunto per concludere con i collaudi previsti. È vero, vi è stato uno slittamento collegato alle mutate condizioni geopolitiche internazionali (crisi Ucraina, etc.) e nazionali (bonus 110%), che hanno reso problematico reperire materie prime e manodopera. Vorrei evidenziare, infine, che, al momento, i diversi bandi sia a tempo determinato che indeterminato per reclutare medici pediatri fino a qui espletati hanno permesso solo di reintegrare la fisiologica mobilità in uscita (per pensionamento o trasferimenti) dell’organico attuale, ad oggi sufficiente solo per garantire la piena funzionalità per una sola delle due sedi. Stiamo lavorando sulla endemica carenza di medici dovuta a una mancata programmazione negli anni scorsi, alla quale si sta cercando di porre rimedio».

Il trasferimento a Fano del reparto aveva visto un incremento di circa il 20% dei parti effettuati nei punti nascita dell’Emilia Romagna.

Un caso seguito dal consigliere Andrea Biancani. «La buona notizia è che finalmente abbiamo un termine preciso, che è quello del mese di dicembre. Ci sono state difficoltà nel reperire il personale medico, considerando che per questo reparto, secondo quanto riportato dall’assessore, sono necessari almeno 7 professionisti». I bandi per il reperimento dei medici sono andati più volte deserti, tanto da costringere l’Azienda a predisporre una gara per appaltare i servizi esternamente al privato. «L’iter sembrerebbe concluso con l’individuazione di una cooperativa – segnala Biancani – Non è la soluzione ottimale, anche dal punto di vista della continuità, ma mi auguro che consenta davvero la riapertura entro l’anno. Si tratta di un provvedimento necessario per evitare l’interruzione di un servizio pubblico riconosciuto essenziale». Per Biancani il problema della reperibilità del personale medico “non potrà che acuirsi”. “Dopo la scelta sbagliata dell’amministrazione regionale di chiudere Marche Nord, assistiamo ad una emorragia di specialisti dall’ospedale di Pesaro e ad una mancata risposta ai bandi, ritenuti meno appetibili. E’ chiaro che l’aver eliminato Marche Nord disincentiva ancora di più i professionisti, con il rischio di impoverire l’offerta sanitaria. Mi auguro che affidare la gestione dei reparti a personale esterno privato, seppure qualificato, non diventi la norma e che si continui a bandire concorsi per assunzioni stabili».

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