Pesaro

Marche, al via la cura con gli anticorpi monoclonali con le prime 133 sacche

Il consigliere regionale Biancani spiega che «l'Aifa ha approvato la sperimentazione studiata a Marche Nord e dagli Ospedali Riuniti di Ancona in collaborazione con l'istituto Spallanzani»

Immagine di repertorio

PESARO – Al via le cure con anticorpi monoclonali, ma tempi ancora non definiti per la vaccinazione delle categorie fragili, dei disabili gravi e degli ultraottantenni non autosufficienti.

Il consigliere regionale Andrea Biancani annuncia che «Anche nelle Marche sarà avviato a breve l’utilizzo degli anticorpi monoclonali per contrastare il virus, un’opportunità importante per tutelare i soggetti con maggiore rischio di aggravamento e per ridurre l’ospedalizzazione».

Questa la risposta della giunta regionale alla interrogazione presentata dal consigliere. Nel quesito, sottoscritto anche dalla consigliera Micaela Vitri e il Gruppo Pd, era stato chiesto alla Giunta regionale di stabilire quanto prima le direttive per utilizzarli.

«Nel corso della seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata alla pandemia, sollecitata dal nostro gruppo – spiega Biancani – il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini hanno annunciato che anche nella nostra regione inizieranno queste cure. L’Aifa ha infatti approvato due progetti sperimentali, uno studiato da Marche Nord e un secondo dagli Ospedali Riuniti di Ancona, in collaborazione con l’Istituto Spallanzani. È stato dichiarato in Aula che si partirà con le prime 133 sacche per avviare la sperimentazione sui pazienti positivi. Una buona notizia, perché il loro utilizzo, all’esordio dei sintomi, può essere utile nelle persone ad alto rischio di evoluzione del virus, come ad esempio malattia renale cronica, alcuni tipi di diabete, immunodeficienze, evitando l’aggravamento, l’ospedalizzazione, fino al ricorso, nei casi più complessi, alla terapia intensiva.

Altre regioni da tempo si sono attivate per cogliere l’opportunità di queste cure, investendo anche fondi ingenti nella ricerca, mi auguro che ora si possa recuperare accelerando sulla somministrazione».

Molto più critico il giudizio del consigliere regionale sulla gestione del calendario vaccinale, «purtroppo i tempi per le categorie fragili e per i disabili gravi sono ancora indefiniti, nonostante da mesi chiediamo per loro una corsia preferenziale. In questa categoria rientrano, come previsto anche nel Piano nazionale, i soggetti con disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica, insieme ai loro assistenti, familiari conviventi o caregiver. Mancano risposte chiare sui tempi anche per la vaccinazione a domicilio degli ultraottantenni non autosufficienti. In altre regioni sono già iniziate, quanto tempo dovranno ancora aspettare le famiglie?».

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