FOSSOMBRONE – Le tipologie di ricerche, Riccardo potrebbe essere vivo.
Il riferimento è a Riccardo Branchini, 19enne residente al Furlo di Acqualagna (PU), scomparso da domenica 13 novembre, quando la sua auto, una lancia Ypsilon, è stata ritrovata parcheggiata a ridosso dell’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo, con all’interno gli abiti e gli effetti personali, compreso il portafoglio e il cellulare.
La convinzione dell’avvocata della famiglia
Da allora mesi di ricerca e false piste. L’avvocata della famiglia Elena Fabbri ha una convinzione che deriva dalla radiografia del cellulare, pc e dispositivi che utilizzava Riccardo.
«Sulla base delle attività tecniche effettuate, ritengo che Riccardo sia vivo. La mia idea trova conforto nelle perizie che sono state condotte fino ad ora, ma anche dalle ricerche che Riccardo ha compiuto poco prima di allontanarsi. Ricerche su autonoleggi, treni, bus ma anche su città italiane e straniere. Sono del pari certa che è stato aiutato, dai tracciati satellitari dell’auto che è stata dissequestrata. Si è mosso più volte, stava aspettando qualcuno.
Tuttavia, temo fortemente che ad oggi Riccardo sia in pericolo, si sia fidato delle persone sbagliate e sia caduto in una trappola. Abbiamo bisogno dell’intervento e delle segnalazioni di chiunque possa vederlo».
Diga del Furlo: l’ipotesi depistaggio
Il computer parla di ricerche di collegamenti con treni, Flixbus e altri mezzi. In più l’auto: l’avvocata Fabbri ha prodotto un tracciamento dell’auto trovata alla diga. Non è andata diretta da casa al Furlo, ma ha compiuto vari giri come se Riccardo dovesse aspettare e farsi recuperare da qualcuno. Una sorta di depistaggio quello della diga.
Il bacino idrico è stato sin dalle prime ore scandagliato dai sommozzatori senza esito. Poi la richiesta della famiglia di svuotarla per raggiungere i punti più impervi dove la corrente è fortissima. Ma non c’è stata l’autorizzazione delle autorità e si è proceduto con un robot poi fagocitato dai fanghi.
Infine la ricerca con il sonar di ultima generazione, un robot subacqueo a sequenze e con la telecamera che non avrebbe travato nulla di compatibile col corpo del ragazzo scomparso.
Le speranze per Riccardo Branchini
Le speranze non sono mai state perse anche perché le segnalazioni sono arrivate continuamente.
In una tasca laterale del borsone che Riccardo aveva restituito all’amico Davide è stato trovato un bigliettino con su scritto “buona vita” e una singolare scatola di fiammiferi Guitar.
Poi gli appelli alla trasmissione Chi l’ha visto?. E ancora il fascicolo aperto dalla procura di Urbino e il sequestro di una lettera il cui contenuto è stato secretato. Non sono mancate le fiaccolate e le denunce per segnalazioni anonime che depistavano le ricerche.
Quello che resta da capire è con quali soldi possa mantenersi, cosa possa aver trovato per guadagnarsi da vivere. In auto c’erano anche il bancomat, la patente, la tessera sanitaria e la Postepay, oltre ai documenti personali e alcune fototessere.
La fiducia di ritrovarlo c’è. E le ricerche ora proseguiranno ancora più convinte.