Pesaro

Covid, trattamento in ossigenazione extracorporea per un pesarese

Il policlinico universitario Campus Bio Medico di Roma ha applicato un trattamento all'avanguardia al 60enne arrivato in eliambulanza

Il trasporto del paziente in ambulanza

PESARO – Trattamento salvavita in ossigenazione extracorporea applicato a un pesarese di 60anni. Il paziente è stabile.

E’ atterrato alle 12.35 del 31 marzo, direttamente sull’elisuperficie del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, a bordo di un elisoccorso Pegaso 133 della Regione Lazio, proveniente da Pesaro, un paziente sessantenne in condizioni gravissime a causa del Covid-19 che ha compromesso in maniera così massiva l’attività polmonare da rendere necessario il trattamento salvavita in ossigenazione extracorporea che vede nel Campus Bio-Medico un centro di riferimento.

Estremamente veloci – connesse all’evoluzione delle condizioni cliniche del paziente – le attività di contatto della Centrale della Protezione Civile per trasferire in un centro attrezzato per attività ad alta complessità come la terapia di ossigenazione extracorporea ecls/ecmo il pesarese, già in terapia intensiva e bisognoso di contestuali altri trattamenti emodialitici.

Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, all’interno della rete assistenziale della Regione Lazio, lungo l’intero corso della pandemia, ha già accolto altri pazienti provenienti da altre regioni, dando il proprio contributo di impegno, conoscenza, esperienza e tecnologie alla lotta contro il Covid-19 e per testimoniare sul campo il valore del SSN come patrimonio nazionale.

L’elicottero utilizzato

«Abbiamo nove posti letto dedicati alla terapia di ossigenazione extracorporea al Campus Covid Center – sottolinea il professor Felice Eugenio Agrò, Direttore Anestesia e Rianimazione del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico – per la gestione dei casi più critici che necessitano, semmai, anche di altri trattamenti contestuali come l’emodialisi. Malgrado le condizioni estremamente critiche, faremo di tutto per curare la persona arrivata. In passato, casi che sembravano senza speranza, hanno poi imboccato la via della guarigione. Ovviamente, ogni persona fa storia a sé».

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