Pesaro

Coronavirus, controlli a Pesaro: in spiaggia col cane, multati. La Prefettura sospende 4 aziende

Prosegue l'esame delle attività che hanno fatto domanda per poter proseguire la produzione. E continuano le multe a chi viola il divieto di uscire di casa. Contestate 30 violazioni

I controlli stradali della Polizia Locale
I controlli della Polizia Locale

PESARO – Facevano correre i cani in spiaggia, multati. Ancora controlli e prime aziende a cui non viene permesso di continuare la produzione dopo la loro richiesta di deroga.

Sono stati 1.201 i controlli effettuati nella giornata del 1° aprile sul territorio pesarese, per verificare l’osservanza del divieto di spostamento previsto dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Contestate 30 violazioni. Per i trasgressori una multa salata, da 400 euro a 3000 euro. Tra questi la Polizia locale ha sorpreso due persone in spiaggia mentre portavano a correre il cane. Ci si può spostare con il cane solo vicino all’abitazione.

Sempre nella giornata di ieri sono stati compiuti 463 controlli alle attività commerciali senza alcuna contestazione di illeciti.

Prosegue intanto l’esame delle comunicazioni trasmesse alla Prefettura dalle imprese che intendono proseguire l’attività.

Le comunicazioni arrivate in Prefettura sono 568. Quelle per le quali è stata completata l’istruttoria sono 216. Tra esse 11 sono risultate di competenza di altre Prefetture e 27 riferibili ad aziende che possono continuare a svolgere l’attività a prescindere dalla comunicazione, in quanto titolari di codici Ateco ricompresi nella tabella allegata al decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 25 marzo 2020.

Per 4 aziende è stata disposta la sospensione in quanto non rientranti in una delle tre tipologie ammesse; per 4 è stata consentita la prosecuzione dell’attività limitatamente a quella parte di essa riconducibile alle filiere essenziali, mentre per diverse aziende è stata ravvisata l’esigenza di un supplemento di istruttoria. Un tema su cui i sindacati hanno sollevato polemiche con risposte piccate delle associazioni di categoria datoriali.