Pesaro

Coronavirus: giù fatturato per ristoranti, bar e gelaterie del pesarese. Le associazioni pronte alla protesta

Cancellazioni e disdette per molte attività del territorio. Parla Varotti della Confcommercio: «Il Governo non ha previsto aiuti ma i danni sono enormi. È una follia, una grave dimenticanza»

PESARO – Coronavirus e ristoranti. Dalla fiera del tartufo di Fossombrone che inizia alle limitazioni imposte. Con Confcommercio pronta a battere i pugni sul tavolo.

Emanate precise misure di emergenza a tutela della salute pubblica e per evitare la diffusione da contagio del coronavirus. Si tratta di regole che dovranno essere applicate nei locali pubblici.

La Cna di Pesaro e Urbino informa che da lunedì 2 marzo fino all’8 marzo è valido in tutta la provincia di Pesaro e Urbino il criterio “droplet” (distanza di sicurezza) per l’accesso ai luoghi di aggregazione.

Infatti in tutti i ristoranti, bar, pub e attività commerciali è imposto un accesso controllato delle persone: ad esempio dove si mangia dovranno stare sedute a tavoli posti ad almeno un metro di distanza tra loro.

È permesso lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

Le attività commerciali diverse da quelle appena menzionate, possono aprire adottando misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori.

Un settore in forte difficoltà tanto che Amerigo Varotti, direttore Confcommercio tuona: «Nelle misure annunciate dal Governo, a parziale sostegno delle imprese danneggiate pesantemente dall’allarmismo e dalle follie comunicative del Coronavirus, non figurano né i ristoranti né i bar e tantomeno i locali di intrattenimento. È una follia, una grave dimenticanza o la dimostrazione che la politica non sa leggere la realtà».

Varotti è furioso: «Ristoranti e bar, insieme a alberghi, agenzie di viaggio, negozi e guide turistiche sono le imprese maggiormente colpite dalla comunicazione errata e dal procurato allarme che ha portato all’emergenza Coronavirus. Da quando è scoppiata in Italia l’emergenza il settore ha avuto oltre 2 miliardi di danni e perso 20 mila posti di lavoro.

Ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie, discoteche e mense stanno pagando un prezzo altissimo con perdite di fatturato in tutta Italia ( non solo nelle zone rosse ) dal 50 all’80%.

Nella Provincia di Pesaro e Urbino le disdette delle prenotazioni nei ristoranti ed il vuoto nei bar e pubblici esercizi, i divieti per le manifestazioni in discoteche e cinema hanno creato una situazione drammatica. Non prevedere per questi locali gli stessi aiuti ed agevolazioni che si ipotizzano per le altre categorie turistiche è una stupidaggine.

Una follia che può solo portare ad una aperta ribellione di tutta la categoria. Ed anche la Regione Marche dopo i provvedimenti reiterati dovrà mettere mano alla borsa. Diversamente la protesta sarà dura».

A Fossombrone marzo fa rima con tartufo Bianchetto. La 36^ Mostra Mercato del Tartufo Bianchetto a causa del decreto emanato dal governo nell’ambito del contenimento da contagio di Covid19, vedrà slittare la sua inaugurazione dal 7 al 14 marzo.

Ma da oggi fino a fine mese, menù convenzionati in 8 ristoranti della città.

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