Pesaro

Confindustria: «Se Pesaro rientra nella zona rossa rischio paralisi economica»

Coronavirus, si alza forte l'appello di Mauro Papalini, presidente degli industriali: «Servono misure di sostegno, dalla cassa integrazione alla liquidità dalle banche»

Immagine di repertorio

PESARO – Zona rossa, un incubo da scongiurare per Confindustria, altrimenti si rischierebbe la paralisi economica.

Il presidente degli industriali pesaresi, Mauro Papalini, commenta il rapido diffondersi dell’epidemia Coronavirus nella nostra provincia.

«Mi appello alla massima responsabilità, affinché a tutti i livelli si adottino rigorosamente le misure di sicurezza diffuse dal Ministero della Salute ad oggi per evitare alla nostra provincia di rientrare tra quelle con maggiori restrizioni, con il trasferimento nella ‘zona rossa’, situazione che comporterebbe il blocco totale delle attività e il completo isolamento con l’altissimo rischio della non riapertura di molte aziende e relativo indotto».

Mauro Papalini, presidente Confindustria

Alla trasmissione La vita in Diretta, era emerso che la provincia di Pesaro era in zona rossa. Il sindaco Matteo Ricci ha minacciato le vie legali e ha detto basta alle fake news. La redazione nella trasmissione di giovedì chiarirà la questione.

Intanto Papalini prosegue: «Allo stesso tempo – ha aggiunto – chiediamo che le gravi difficoltà che stiamo affrontando, dirette e indirette, vengano seriamente prese in considerazione dal governo e dalle istituzioni locali: abbiamo un immediato bisogno di usufruire di adeguate misure di sostegno delle nostre imprese».

Il riferimento di Papalini, è indirizzato, in particolare, «alla possibilità di far ricorso alla cassa integrazione in deroga per tutte le tipologie di imprese, qualsiasi sia la loro dimensione e settore» e si aggiunge «alla richiesta forte rivolta al sistema bancario di massimo sostegno a non far mancare, in questo momento, la liquidità necessaria e dare soprattutto la possibilità di posticipare le prossime scadenze».

Confindustria è costantemente a fianco delle imprese per supportarle a tutti i livelli, «ma è fondamentale che, congiuntamente, le istituzioni coinvolte pongano in essere le condizioni per dare una concreta accelerazione agli investimenti pubblici e si approfitti di questo momento per eliminare la burocrazia inutile che tiene il paese bloccato da tempo».

Secondo Papalini, «il modello di ricostruzione del ponte Morandi di Genova andrebbe esteso a tutte le grandi opere e applicato anche nelle aree terremotate delle Marche, rappresentando una concreata possibilità di ripresa».

«Sono certo che con il concorso di tutti – ha concluso il presidente degli industriali – e con una più autorevole, univoca e puntuale informazione, vero antidoto all’inutile panico e allarmismo,  essendo noi capaci di fare cose straordinarie, supereremo anche questa difficile prova e ritorneremo presto ad essere il paese che non è un “caso” da evitare, ma un modello sociale ed economico che tutto il mondo deve continuare ad invidiare».

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