Pesaro

Confesercenti Pesaro contro il progetto Fileni di sedici stabilimenti in Valmarecchia

Il direttore Alessandro Ligurgo: «Preservare il territorio, mantenere la sostenibilità e l'offerta turistica. I nostri operatori preoccupati»

Alessandro Ligurgo, vicedirettore Confesercenti Pesaro Urbino

MAIOLO – Un territorio di confine, una preoccupazione che riguarda due province.

Confesercenti critica «il progetto avviato dall’azienda Fileni di costruire in località Cavallara di Maiolo, sedici nuovi stabilimenti destinati all’allevamento intensivo di polli. Ci associamo alle preoccupazioni dei nostri associati.

Quello che si prospetta all’orizzonte è un enorme ‘ecomostro’ che avrà un impatto letale non soltanto sulla valle, ma su tutto il territorio: a rischio c’è la sostenibilità ambientale, l’offerta turistica, l’economia locale, insomma la vita dei cittadini che, ingiustamente, sono stati informati dell’operazione soltanto a lavori già iniziati. Tutto questo in cambio di cosa? Posti di lavoro? Nemmeno, dal momento che la nuova succursale Fileni pare che impiegherà soltanto pochissimi addetti».

Per Alessandro Ligurgo, direttore Confesercenti «territori come la Valmarecchia dovrebbero essere tutelati e difesi per quello che sono le loro reali ricchezze: ambiente, storia, cultura, turismo, qualità della vita. La decisione di costruire edifici così impattanti, che emetteranno nell’aria ammoniaca e metano in quantità, moltiplicando il traffico e deturpando anche esteticamente il paesaggio, non ci sembra né lungimirante, né conveniente da parte degli amministratori pubblici, chiamati prima di tutto a fare gli interessi dei propri cittadini.

Come non prevedere che l’incoming turistico, settore del quale la Valmarecchia vive, pagherà conseguenze carissime? E a pagarla cara saremo tutti noi, perché il territorio non è a compartimenti stagni. Come ha dichiarato il Comitato che si è formato per dire no ai nuovi stabilimenti Fileni, se tutto questo dovesse andare in porto, la Valmarecchia tornerà indietro di 50 anni. Invitiamo, quindi, gli amministratori pubblici a rivedere al più presto la loro decisione e a bloccare definitivamente questo progetto che mette a rischio il territorio e i suoi cittadini».

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