Pesaro

Confcommercio Pesaro e Urbino: «Cancellazioni al 90% per il Coronavirus, imprese a rischio. La Regione chieda aiuti»

Amerigo Varotti ha convocato un tavolo per discutere delle conseguenze dell'emergenza sanitaria. «La preoccupazione è enorme, servono provvedimenti»

Il tavolo Confcommercio

PESARO – Ora c’è un imperativo: ripartire. A più voci si sente dire che il panico ha creato più danni del Coronavirus, con l’economia in agonia. Cancellazioni di arrivi con punte del 90% a Urbino. Hotel vuoti, costretti a chiudere.

Il direttore generale di Confcommercio Pesaro e Urbino / Marche Nord, Amerigo Varotti, ha convocato i rappresentanti territoriali delle varie categorie turistiche della provincia aderenti a Confcommercio per l’esame della situazione derivante dal Coronavirus e dai provvedimenti adottati dalle autorità.

Un tavolo tecnico per esprimere «forti critiche nei confronti della Regione Marche che con i due decreti del Presidente Ceriscioli ha portato negativamente alla ribalta la nostra Regione. Le imprese turistiche erano già in difficoltà per le disposizioni nazionali (come il fermo alle gite scolastiche e di studio) e l’ingiustificato allarmismo che sta sfibrando il Paese. Dopo il 1° decreto Ceriscioli le cose sono radicalmente cambiate – spiega Varotti – con le Marche “appestate” e sbattute in primo piano nei Tg nazionali ed esteri, sui giornali ed il web. Questo ha generato una insostenibile esplosione di cancellazioni negli alberghi e nei ristoranti (nella media il 50% di cancellazioni con punte del 90 % a Urbino che si è letteralmente svuotata dopo le ordinanze del sindaco e della Regione)».

Una situazione al collasso tanto che Varotti incalza: «Cancellazioni e pochi clienti nei ristoranti mentre i tour operator hanno praticamente perso tutto il lavoro di promozione e di commercializzazione (e i soldi spesi) fatto nei mesi precedenti con richieste di rimborso che hanno annullato le liquidità aziendali. Alcuni alberghi hanno chiuso ma altri, rimasti aperti con 4-5 ospiti, stanno meditando la chiusura. Una situazione di crisi drammatica anche per le previsioni del periodo pasquale e per la stagione estiva: non solo stanno arrivando disdette e annullamenti ma non ci sono nemmeno più richieste e informazioni per la stagione estiva. E se la stagione estiva dovesse andare male fallirebbe tutto il sistema turistico provinciale (fermo restando che per Urbino l’alta stagione è la primavera). C’è poi grande preoccupazione per le tante manifestazioni sportive e musicali programmate per la primavera: se le Marche continueranno ad essere luoghi sconsigliati l’impatto per le imprese sarà pesantissimo».

Altro comparto, altro dolore. «Le imprese restano aperte ma il peso degli stipendi, delle tasse, dei contributi previdenziali, delle imposte locali e delle rate dei mutui e costi bancari in mancanza di entrate (derivanti dalle cancellazioni) sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese. Anche nel settore commerciale. Le rappresentanze turistiche di Confcommercio Pesaro Urbino / Marche Nord chiederanno lunedì alla Regione Marche immediate misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori autonomi ed un’azione coordinata e straordinaria sui mercati nazionale e internazionale per recuperare la credibilità che il nostro Paese e particolarmente la nostra regione ha perduto.

Intanto nell’immediato la Regione dovrà sostenere  – cosa che non ha fatto – presso il Governo nazionale la necessità che anche alle imprese turistiche marchigiane siano riconosciuti gli stessi aiuti previsti dal Governo per le “zone rosse” e che anche gli enti locali sospendano il pagamento dei tributi locali. Richieste di sostegno e aiuto saranno inoltrate lunedì al sistema bancario».

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