Pesaro

Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino, 12mila operatori abusivi nelle due province

Lo studio degli artigiani fa emergere il sommerso, che a livello nazionale rappresenta l'11,3% del Pil. Sabbatini: «Chiediamo controlli serrati e massima attenzione»

PESARO – Nelle province di Ancona e Pesaro Urbino si stima che complessivamente siano circa 12 mila gli operatori completamente abusivi. È quanto emerge da uno studio Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori.

In Italia sono 3,2 milioni i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano un sommerso che ‘vale’ 202,9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del Pil.

Il Presidente di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Graziano Sabbatini chiede «massima attenzione e controlli serrati per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori».

In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono in Italia 587.523 imprese artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi.

Abusivismo e lavoro sommerso non risparmiano nessuna regione d’Italia, ma il Mezzogiorno ha il record negativo con il tasso di lavoro irregolare sull’occupazione totale pari al 17,5%, mentre il Centro Nord si attesta sul 10,7% e il Nord Est si ferma al 9,2%. Sempre secondo l’analisi di Confartigianato, è nel Nord che si annida il maggior numero di abusivi che si fingono imprenditori.

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