Pesaro

Concessioni balneari, Biancani: «Il rischio è che catene e multinazionali snaturino i servizi»

Approvata una risoluzione in regione. «Servono regole che premino i bagnini locali, vero valore aggiunto dell'identità marchigiana»

Spiaggia Urbani, Sirolo

PESARO – Concessioni balneari, la Regione approva una risoluzione unitaria, sottoscritta da tutti i consiglieri regionali, nella quale si impegna a farsi promotrice di quattro azioni volte a tutelare le imprese del settore balneare di fronte ai cambiamenti futuri legati all’applicazione della direttiva Bolkestein.

«Negli anni siamo stati conosciuti e apprezzati dai turisti anche per il valore aggiunto dato dai diversi operatori balneari, che hanno saputo rappresentare, raccontare e valorizzare il proprio territorio – sottolinea il consigliere Andrea Biancani – Senza leggi e regolamenti chiari che premino questi aspetti, si rischia un ingresso troppo ampio di grandi catene e multinazionali che standardizzeranno strutture, servizi e modalità di accoglienza del turista, col rischio di snaturare il modo di accogliere il turista e le peculiarità locali dei nostri litorali.  Un esempio sotto gli occhi di tutti sono i centri storici, dove la diffusione delle grandi catene ha reso meno unico ogni centro città rispetto agli altri. Premiare le imprese locali inoltre fa restare la ricchezza nel territorio dove viene prodotta.
Servono regole che premino, in fase di assegnazione, la lunga esperienza nella gestione di questo tipo di servizi, il radicamento e i collegamenti con il territorio. Non dimentichiamo infatti che, molto spesso, il “bagnino” è una delle prime figure che accoglie il turista tanto da poter influire sul modo in cui viene percepito un territorio».  

«Nel documento chiediamo di procedere ad una mappatura delle attuali concessioni in essere, come peraltro previsto dalla legge regionale n.7 del 2010, per valutare l’impatto che le nuove norme avranno nei nostri comuni.
Parallelamente abbiamo chiesto al Governo di predisporre, per le future gare per le concessioni, una regolamentazione che tenga conto della specificità dell’Italia che possiede un terzo delle spiagge balneabili d’Europa e vede la presenza di numerosissime piccole imprese a conduzione familiare attive nel settore. Infine occorre prevedere regole ed eventuali indennizzi a tutela degli eventuali investimenti effettuati dagli attuali concessionari e che non saranno più ammortizzabili nei tempi inizialmente previsti.
Devo dire che, purtroppo, la direttiva Bolkestein è del 2006, ma nessun governo ha voluto affrontare in modo adeguato la situazione con una legislazione che bilanciasse la tutela della concorrenza e la salvaguardia dei diritti di lavoratori e piccole imprese storiche. Si è sempre cercato solamente di rinviare più avanti il problema. Ora che le proroghe non sono più possibili ci ritroviamo senza nessuna concreta misura di valorizzazione e tutela economica delle nostre imprese. Mi auguro che le Marche e le altre regioni costiere del nostro Paese riescano a costruire delle misure adeguate insieme al Governo».

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