Pesaro

Tanta commozione ed una promessa: «Mai più stragi in discoteca». Fano ha ricordato le vittime della Lanterna Azzurra

La giornata ha fatto la spola tra la commemorazione ed il tema della sicurezza per i più giovani. Ricciardi: «Le norme ci sono, occorre stimolare la consapevolezza affinché tutti le rispettino»

il vescovo Trasarti durante l'omelia
il vescovo Trasarti durante l'omelia

FANO – Commozione, silenzio ma anche tante riflessioni per un unico grande impegno: mai più una strage nelle discoteche. La città della Fortuna e non solo, nella giornata dell’8 dicembre, anniversario del terzo anno della tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo dove morirono 5 ragazzi e una mamma, ha voluto commemorare le vittime, Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti, Emma Fabini, Mattia Orlandi, Eleonora Girolimini e ricordare quella tristissima notte.

Presente all’incontro anche il presidente della Siae Mogol: «Con il direttore generale Gaetano Blandini siamo venuti ad onorare questi ragazzi e questa mamma che purtroppo hanno perso la vita in un momento in cui stavano cercando di divertirsi. E’ stata una tragedia che è giusto ricordare. La Siae è impegnata a vigilare sulla sicurezza delle discoteche per evitare che questi fatti si ripetano».

Il tema della sicurezza, come illustrato dal prefetto di Pesaro e Urbino Tommaso Ricciardi è stato al centro delle riflessioni: «Le norme ci sono, occorre stimolare la consapevolezza affinché tutti le rispettino. Se un gestore di discoteca fa entrare nel suo locale mille persone in più del consentito, dobbiamo reagire».

I palloncini librati in ricordo delle sei vittime
I palloncini librati in ricordo delle sei vittime

Tra gli appuntamenti più sentiti della giornata anche la Santa Messa Celebrata dal Vescovo Armando Trasarti che durante l’omelia , ha ricordato l’intenso incontro delle famiglie che hanno perso i figli e una famiglia che ha perso la mamma con Papa Francesco, un incontro affettuoso e struggente allo stesso tempo: «Le parole si interrompono di fronte alla morte dei ragazzi, il linguaggio pubblico arrossisce davanti a tanta inaudita violenza per interesse o superficialità di gestione. Alla Chiesa è dato il compito di accompagnare nella sofferenza, accudire il dolore, consolare. Quando ero a Fermo ho avuto il ministero di accudire i genitori che avevano perso i figli e ho imparato molto da quelle storie. Poche parole, molti silenzi, sguardi e qualche telefonata. Quando una famiglia perde un figlio cambia la vita per tutta la vita, non si sana mai».

Infine, sul sagrato del Duomo, alla presenza anche del fratello di Benedetta Vitali sono stati liberati in cielo 6 palloncini azzurri: «Ciao Benni, mi manchi, ti amo» ha scritto il ragazzo su Instagram nel video che racconta l’epilogo della giornata.

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