Pesaro

Comitato Salute e diritti: «Salute psicofisica dei bimbi a rischio. Si aprano scuole e centri di aggregazione»

Per il comitato di Pesaro il lockdown porterà «Gravi conseguenze su rapporti sociali e didattica dei bambini. E senza centri estivi si intravede un problema sanitario per i nonni»

Scuola

PESARO – Scuola chiusa, centri estivi, didattica, tutto quanto ruota attorno al tema dei minori e delle famiglie. Il Comitato Salute e diritti di Pesaro scrive al sindaco Matteo Ricci e alla Giunta.

«La scuola è stata la prima a chiudere per il Covid-19. Ferma dal 22 febbraio, e pare destinata ad essere l’ultima a riaprire come se si trattasse di questione marginale di fronte alla necessità di far ripartire il Paese. I bambini, tutti i minorenni, e i loro diritti, sono stati ignorati e lo sono tuttora dalle  varie istituzioni.

Mentre il primo ministro Conte comincia a presentare un’ipotesi di riapertura graduale delle attività lavorative, manca una chiara informazione istituzionale relativa alle condizioni dei minori. Riguardo ai minori, l’unica proposta del Governo è stata quella di limitarne i diritti, cominciando dalla chiusura delle scuole, dei parchi, la limitazione degli spostamenti e di giocare all’aria aperta, fino ad arrivare all’insegnamento a distanza, in controcorrente rispetto a gran parte degli Stati Europei.

Sono passati 2 mesi e i bambini continuano ad essere segregati in casa, allontanati dai loro affetti, privati della socializzazione, privati del sole e del movimento, relegati a stare con i fratelli (se sono fortunati) o con i tablet (nella gran parte dei casi) e con genitori preoccupati quando non oberati di incombenze.  I bambini in età prescolare sono stati lasciati quasi totalmente nel dimenticatoio. Asili nido e scuole dell’infanzia sono servizi essenziali; non possono essere sospesi per altro tempo e tantomeno possono ricadere in forme di “surroga/didattica a distanza”; ciò tuttavia sono usciti del tutto dalla discussione pubblica.

Per quanto riguarda invece l’istruzione primaria e secondaria, tutti hanno potuto registrare l’inadeguatezza dell’insegnamento a distanza, nonostante l’impegno e l’ammirevole sforzo del corpo docenti, dei bambini e dei genitori. Di certo il primo risultato della didattica a distanza è stato la conferma dell’impossibilità di poter proseguire con questa metodica, a meno che non si voglia perseguire come unico esito l’accentuarsi delle disuguaglianze sociali e culturali.

Ma non è solo dell’istruzione dei nostri bambini che ci preme (quella forse è in coda alle nostre preoccupazioni) quanto la loro salute psico-fisica che si basa su intrecci che loro stessi tessono con i loro coetanei e con le nuove esperienze che solo l’outdoor può garantire. Il venir meno della scuola e dei luoghi di aggregazione di bambini e ragazzi, sta portando a gravi e incontestabili conseguenze come possono confermare insigni pedagogisti.

Riteniamo che la sospensione delle scuole e la chiusura dei centri di aggregazione (parchi, centri sportivi, piscine, la semplice strada), non siano più accettabili, a meno che non ci siano evidenze scientifiche tali da costringere a tenere chiuse tutte le altre attività, siano esse produttive, economiche, sociali, culturali, sportive.

L’estate sarà una grande prova: di fronte alla ripresa delle attività lavorative auspicata da tutti, c’è la concreta possibilità che manchino attività di supporto alle famiglie come i centri estivi. Anche su questo registriamo per il momento la totale assenza di informazioni e indicazioni.

Se poi i bambini fossero portatori sani, e magari costretti a stare con i nonni mentre i genitori vanno a lavorare, potrebbero rappresentare un problema sanitario proprio per i loro nonni.

In Danimarca, l’idea del governo è che per riprendere una vita normale, chiedendo ai genitori di tornare a lavorare, è necessario che i bambini e i ragazzi tornino in classe, sia pur restando pronti ad innestare la retromarcia nel caso in cui il numero dei contagi, ora basso, dovesse crescere di nuovo. Dal 20 aprile in Norvegia riaprono asili nido e dal 27 aprile le scuole primarie.

In Spagna, la settimana scorsa si è riunita la commissione che si occupa dell’emergenza e l’indicazione data è di provare con aperture scaglionate, diverse da regione a regione a seconda della condizione epidemiologica, a partire da maggio.

In Francia il ministro dell’Istruzione Michel Blanquer ha dichiarato che l’apertura delle scuole sarà progressiva dall’11 maggio seguendo un criterio sociale, aprendo cioè le scuole nelle zone socialmente più difficili.

In Germania le scuole riprenderanno dal 3 maggio, a scaglioni e secondo le decisioni dei vari Laender, e dando priorità agli studenti che stanno completando il loro ciclo (superiori, medie ed anche elementari).

Alla luce di tutto questo, riteniamo sia doveroso da parte del Sindaco adoperarsi al massimo per garantire il diritto ai bambini di istruzione, di crescita iniziando da prima di subito a pensare, a progettare e organizzare la ripresa delle attività scolastiche e parascolastiche.

Le misure maggiori, lo sappiamo bene, dovranno ovviamente partire dal Governo. Se il governo continuerà a rimandare ancora la discussione e la pianificazione sulla scuola, per molti mesi si continuerà a privare del diritto all’istruzione intere generazioni di studenti».

Per questo il comitato si rivolge al primo cittadino Matteo Ricci, affinchè si faccia garante della Costituzione Italiana e dei trattati internazionali soprattutto nei confronti dei minori.

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