Pesaro

Colli al Metauro, incendio rimessa dei bus 2019: trovato il responsabile

I carabinieri hanno rintracciato chi diede fuoco ai mezzi nel maggio di due anni fa: agì per vendetta personale. Esclusi scenari criminosi più gravi

I carabinieri di Pesaro

COLLI AL METAURO – Incendio alla rimessa degli autobus, trovato il responsabile dopo un anno di indagini. Il fatto risale alla notte del 20 maggio del 2019, quando un incendio era divampato nella rimessa di automezzi nella zona artigianale di Colli al Metauro. Sin da subito chi era intervenuto aveva avuto dei dubbi sulle cause che lo avevano innescato, non accidentali.

Ai carabinieri intervenuti è infatti sorto il sospetto che l’incendio, che aveva attinto diversi mezzi del trasporto scolastico municipale, appaltato ad una Cooperativa della provincia di Foggia operante da anni nel settore, fosse di natura dolosa, e che conseguenze ben più gravi erano state evitate solo grazie al tempestivo intervento del personale dei vigili del fuoco, chiamato a domare le fiamme che nel frattempo si erano propagate a tutto il garage e verso il tetto della struttura.

Le indagini, da subito in salita, sia perché le fiamme avevano distrutto le eventuali tracce di inneschi e del comburente utilizzato, che per l’assenza di segni di effrazione evidenti per introdursi nella struttura, sono state avviate dai carabinieri della Stazione Carabinieri di Colli al Metauro e poi condotte dai colleghi del Nucleo Investigativo di Pesaro e Urbino e della Sezione di polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Pesaro, diretti dai Magistrati titolari del fascicolo iscritto alla locale Procura della Repubblica per il delitto di Incendio aggravato.

Un anno e mezzo di indagini hanno consentito di individuarne il soggetto ritenuto responsabile, il quale, ancor prima della emissione dell’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla A.G. inquirente, ha ritenuto di avanzare richiesta di definizione del procedimento con il rito del patteggiamento.

Si tratta di persona di mezza età, lavoratore, che, spinta da motivi di rancore personali, aveva maturato l’intenzione di vendicarsi innescando il rogo che ha colpito un servizio alla persona fra i più sensibili delle piccole realtà di Provincia, appunto quello che garantisce un servizio primario per famiglie e minori.

Le indagini hanno avuto anche l’ulteriore risultato, non meno apprezzabile, di poter certamente escludere scenari criminosi più gravi ed allarmanti, inizialmente ipotizzati per le particolari modalità di realizzazione del delitto che poteva essere ricondotto a criminalità organizzata proveniente da altri contesti geo-criminali. 

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