Pesaro

Fase 2, i sindacati: «Pochi comitati di sicurezza nelle aziende, ma il virus circola ancora»

Le associazioni sindacali chiedono garanzie per i lavoratori. Roberto Rossini della Cgil: «Nelle imprese non sindacalizzate, più difficile avere protocolli. Sevono controlli anche a sorpresa»

PESARO – Fase 2 e sicurezza sui luoghi di lavoro. La ripartenza è in atto, ma i sindacati vogliono garanzie rispetto all’applicazione dei protocolli per la prevenzione del virus.

Da oggi lunedì 4 maggio ha inizio l’attesa fase 2 dell’emergenza sanitaria (ed economica) che il Paese sta vivendo. Il dpcm dello scorso 26 aprile ha disposto la possibilità di apertura per i settori di Manifattura, nella sua totalità, Costruzioni, Commercio all’ingrosso. Ma lo stesso decreto rende obbligatori i protocolli di sicurezza. Si saranno tutti adeguati?

Roberto Rossini, segretario della Cgil Pesaro Urbino, sottolinea che «Se prima i protocolli erano facoltativi, ora sono obbligatori, valgono per tutti, indipendentemente dal numero di lavoratori, ma non tutte le aziende si stanno adeguando. La dove ci sono imprese sindacalizzate, con nostre rsu all’interno, il dialogo diventa più facile e si costituiscono i comitati di sicurezza per l’applicazione del protocollo. La sicurezza dunque diventa aspetto fondamentale e il datore applica le norme di distanziamento, sanificazione e programmazione dei turni. I dati sugli ultimi contagi ci parlando di un nuovo aumento dei positivi rispetto al numero dei campioni e questo ci fa capire che ancora il virus è diffuso e bisogna stare attenti».

Secondo il Gores, dei 557 tamponi analizzati 44 sono stati riscontrati positivi nelle ultime 24 ore. Per la provincia di Pesaro e Urbino le aziende che possono aprire sono 27.521, rispetto alle 18.871 consentite fino alla settimana passata. In totale le imprese del territorio sono circa 39mila. Dunque al lavoro 88.008 lavoratori contro i 43.834 della settimana scorsa. Ricordiamo che secondo il dato Istat sono circa 140mila gli occupati in provincia di Pesaro.

A queste si aggiungono le 1400 richieste di deroga di imprese pesaresi che hanno inviato la domanda alla Prefettura per poter continuare la produzione.

«Se tante aziende stanno provvedendo a organizzare i comitati, ce ne sono tante altre che non lo hanno fatto – spiega Rossini – per questo vorremo costituire un comitato paritetico, magari con la Prefettura, per fare controlli seri e a sorpresa per verificare che tutto proceda a norma».

Anche Giovanni Giovanelli della Ast Cisl Fano evidenzia una carenza di comitati: «Innanzitutto chiediamo a tutti gli imprenditori e associazioni datoriali di applicare quanto previsto dal protocollo del 24 aprile per la gestione del rischio da Covid. Sono circa 15 i comitati costituiti nelle aziende manifatturiere della val Metauro e val cesano. Pochi rispetto al numero delle aziende. Occorre intensificare la costituzione dei comitati per lavorare in sicurezza».

Tra le aziende che ha sottoscritto protocolli stringenti la Biesse. Il piano di sicurezza siglato prevede smartworking per gli impiegati, nuovi schemi di orario per evitare assembramenti, il controllo della temperatura all’ingresso e l’utilizzo di guanti e mascherine nei reparti produttivi. Sono stati effettuati test sierologici ai dipendenti. Poi ci sono percorsi obbligati aiutano a mantenere la distanza interpersonale. Poi colonnine con dispenser di gel sanificante nei reparti e un piano periodico di sanificazione delle linee produttive, show-room, uffici e spazi comuni.

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