Pesaro

Ciclo dell’acqua e dei rifiuti, Cgil, Cisl e Uil Pesaro: «Impianti, investimenti e aggregazioni»

Le sigle chiedono di parlarne con i referenti politici. «Territorio fragile, il tema ha risvolti sociali ed economici»

PESARO – Ciclo dell’acqua e dei rifiuti, non solo aspetti ambientali ma anche sociali ed economici. Cgil, Cisl e Uil provinciali ne hanno parlato in una tavola rotonda in collaborazione con l’Università di Urbino.

I sindacati sottolineano: «Non ci si può limitare alla sola analisi degli aspetti ambientali, bensì occorre avere un’ottica complessiva che comprenda anche gli impatti occupazionali, sociali ed economici. Nella nostra introduzione ai lavori abbiamo ribadito che il ciclo integrato dei rifiuti vada completato all’interno del territorio regionale, evitando così l’utilizzo di impianti fuori regione che incide sia sui costi di gestione dei rifiuti, dato valutato dal doocente Marangoni nel suo intervento, vicino ai 200 milioni, che sull’inquinamento da trasporto su gomma. Per giungere a tale obiettivo occorre che le Marche definiscano quanto prima, un piano regionale dei rifiuti che sia coerente con i principi che abbiamo richiamato fino ad ora ma allo stesso tempo si faccia carico delle necessità tecnologiche ed impiantistica, ineludibili nell’attuale condizione di sistema».

Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito che «gli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti sono strategici in un territorio come il nostro e nella regione Marche vista l’evidente carenza per i rifiuti produttivi e di pochissime realtà residuali per i rifiuti urbani. Tutto ciò per la tutela dell’ambiente e la competitività del sistema economico territoriale».

In merito al ciclo dell’acqua, I cambiamenti climatici, «hanno fatto emergere le fragilità già esistenti tanto che negli ultimi anni il fabbisogno complessivo dell’acqua è esponenzialmente incrementato, sia per uso domestico, sia per uso industriale e agricolo, la nostra provincia si trova ancor prima dell’inizio della stagione estiva in emergenza idrica. Se consideriamo inoltre che, nonostante gli investimenti fatti degli ultimi anni, la vetustà della rete fa sì che venga dispersa ben oltre il 20% della risorsa, è evidente che siamo di fronte ad un necessario ed ingente sforzo in termini di investimenti che dovrebbero concentrarsi sull’ammodernamento della rete e la sua salvaguardia nell’ottica di una drastica riduzione dalle perdite d’acqua».

Poi i «lavoratori che costituiscono tali imprese sono un patrimonio comune dalla nostra comunità che va salvaguardato e coinvolto in processi di innovazione e investimento.  Dal 2006 sottolineiamo l’importanza dei processi aggregativi tra le aziende che operano nei servizi pubblici locali della nostra provincia, o almeno in una loro forte integrazione nelle politiche di investimento e gestione. Non possiamo che criticare il fatto le due aziende del nostro territorio non abbiano trovato un accordo nemmeno per la realizzazione di un impianto di compostaggio. Sono processi questi che attengono a obiettivi più ampi che guardano alla qualità dello sviluppo locale, sostenibile ed efficiente e che potrebbe garantire una riduzione dei costi a carico degli utenti ingenerando “economie di scala”, qualificando contemporaneamente i servizi erogati, oltre ad essere di promozione di nuova occupazione e volano di sviluppo per le imprese del territorio che richiedono garanzie per i servizi di approvvigionamento di energia, acqua e recupero/smaltimento dei rifiuti».

«Assieme alle Istituzioni abbiamo la necessità di discutere nel merito questi temi fondamentali per il futuro della nostra comunità con l’auspicio che si possa finalmente giungere a definire una serie di azioni concrete che guardino al futuro» chiudono i sindacati.

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