Pesaro

Checkpoint guariti, a Pesaro i primi 35 tamponi in auto. Poi Fano e Urbino

Il consigliere Andrea Biancani ha seguito le operazione con l'Asur: «Servono due tamponi in poche ore a chi non ha più sintomi da 15 giorni. Ne faremo 8000»

PESARO – Checkpoint guariti, si parte coi primi 35 tamponi. Sono tre i punti dove verranno fatti i tamponi a coloro che lo hanno già fatto e che sono asintomatici da circa 2 settimane.

Martedì 31 marzo gli ultimi sopralluoghi, poi da oggi 1 aprile via alle verifiche come spiega il consigliere regionale Andrea Biancani: «Sono importanti per verificare se le persone sono guarite, verranno chiamate direttamente da Asur. Nella provincia di Pesaro sono stati individuati 3 punti: in via dei Cacciatori a Pesaro, all’ex Codma a Fano e in zona Sasso a Urbino. A Pesaro siamo partiti con i primi 35 tamponi, a Fano inizieremo giovedì e a Urbino lunedì».

«Sta andando tutto bene – continua Biancani -: le persone chiamate arrivano in auto, effettuano il tampone e vanno. È chiaro che se la risposta sarà negativa, si effettuerà un secondo tampone a distanza di poche ore per dichiarare ufficialmente guarito il paziente dal Covid. L’Asur ha in elenco 4000 soggetti da chiamare nell’intera provincia e il lavoro aumenterà di giorno in giorno. Occorrerà fare 8000 tamponi e nel tempo se ne aggiungeranno altri».

Il consigliere regionale Andrea Biancani segue le operazioni al Checkpoint guariti

Finite le verifiche, si aprirà una seconda fase, in cui i tre presidi verranno utilizzati per fare i tamponi ad altre categorie di persone che verranno definite dagli organi sanitari. «Nel frattempo continuano i tamponi a domicilio. Ad oggi nella nostra provincia ne sono stati processati 2961 e solo ieri 161. Questa settimana inoltre l’Asur arriverà le “Unità speciali” composte da almeno due operatori (due medici o un medico e un infermiere), che garantiranno la presa in carico dei pazienti sintomatici o sospetti che non richiedono ricovero ospedaliero ma che hanno necessità di essere monitorati. Le stesse Unità dovranno effettuare anche tamponi domiciliari dei pazienti sintomatici», spiega il cosigliere, che conclude: «Tali Unità dovrebbero ridurre i tempi di attesa per tamponi e interventi a domicilio prevenendo, ove possibile, l’acuirsi della malattia, riducendo, in questo modo, eventuali necessità di ricovero».