Pesaro

Cgil, Cisl e Uil: «Focolaio a casa Roverella: l’organizzazione ha delle falle»

I sindacati chiedono chiarimenti e trasparenza. «Serve un confronto anche con il Prefetto, pretendiamo risposte»

Anziani pensionati, foto da pixabay

PESARO – Focolaio nella Rsa di casa Roverella, i sindacati dei pensionati chiedono un confronto.

«I nostri nonni, i nostri genitori, continuano ad ammalarsi nella Rsa, lontani dall’abbraccio e dall’affetto dei propri cari. Una tragedia immane e che non può lasciarci inermi –  spiegano Loredana Longhin (Spi Cgil)  Vittorio Calisini  (Fnp Cisl) e Paolo Sacchi (Uilp) – A distanza di soli pochi mesi dallo tsunami che ha travolto Santa Colomba durante la prima fase della pandemia, per i numerosi contagi che si erano verificati all’interno, oggi nuovamente sono balzati agli onori della cronaca i contagi e i ricoveri per Covid a casa Roverella. Questa volta non doveva succedere, errare è umano perseverare è diabolico».

Le sigle insistono: «E’ passato poco più di un mese da quando abbiamo chiesto insieme all’Asur, all’Area Vasta e agli Ambiti di approfondire la situazione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti ospiti delle strutture residenziali extra-ospedaliere sanitarie e socio sanitarie. In particolare, oltre che conoscere i dati generali riguardo il contagio, è per noi necessario verificare lo stato di attuazione delle procedure e dei percorsi finalizzati alla prevenzione e alla gestione dei contagi da Covid-19 all’interno delle strutture.

A oggi tuttavia, a fronte di nessuna risposta, apprendiamo con dispiacere che all’interno di Casa Roverella i contagi sono ripresi, così come qualche settimana fa è successo a Cantiano. La recrudescenza del virus sta dimostrando ancora una volta che l’organizzazione dentro le Rsa ha delle falle che ancora non sono state colmate.

Chiediamo chiarezza – aggiungono – per evitare che gli errori del passato si ripetano.  Pretendiamo risposte concrete e non ammettiamo più ritardi e indugi.

Non basta isolare i pazienti affetti dal Covid, è necessario rivedere le norme, fare un confronto di autorizzazione e convenzionamento delle strutture, ma non solo, serve più personale, più assistenti, più infermieri, più medici, e infine più formazione del personale e maggiore attenzione nella fase di verifica. Ribadiamo con forza la necessità di mettere in trasparenza quanto sta avvenendo dentro alle Rsa della nostra provincia. Il paese è rappresentato da oltre un terzo di persone anziane e il sistema di protezione sociale e di welfare deve adattarsi a quella condizione, per cui abbiamo bisogno di un diverso sistema sociosanitario universale.

Ci piacerebbe discutere tutto ciò nei luoghi deputati e ribadiamo la richiesta di un confronto, non escludendo di chiedere un supporto al Prefetto».

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