Pesaro

Cena della discordia a Fano: Carriera all’attacco dei detrattori: «Personaggi in cerca di visibilità»

Il ristoratore finito nell'occhio del ciclone per le sue cene di protesta risponde senza mezzi termini all'on. Paolini e al direttore di Confcommercio Varotti

Umberto Carriera

FANO – Umberto Carriera all’attacco dei suoi detrattori. Il ristoratore finito nell’occhio del ciclone per le cene della discordia organizzate nelle ultime settimane per protestare contro il DPCM del Governo, attacca duramente coloro che si sono scagliati contro le sue scelte. I primi a denunciare quanto avvenuto erano stati i sindaci di Pesaro e Fano.

A ruota, erano arrivate le bordate della Consigliera Regionale pentastellata Marta Ruggeri, l’onorevole Luca Rodolfo Paolini, parlamentare della Lega, a cui si era aggiunto anche il direttore di Confcommercio Amerigo Varotti. Anche se con parole diverse il coro però era stato unanime: basta con le provocazioni, non ci si può fare beffa delle Istituzioni, della legalità e di tutto il mondo delle imprese di ristorazione. Gli stessi fanesi, interpellati in un sondaggio, si erano espressi in larga maggioranza in maniera negativa sulle modalità di protesta scelte da Carriera.

Il post di Umberto Carriera
Il post di Umberto Carriera

Ora, a mezzo social, è arrivata la risposta del ristoratore che si rivolge direttamente ad alcuni suoi detrattori: «L’On Luca Paolini in cerca di visibilità con le sue dichiarazioni imbarazzanti, prive di conoscenza sia della legge che della Costituzione, dalla sua comoda POLTRONA a stipendio fisso si permette di giudicare chi lotta per la propria libertà e sopravvivenza.  Amerigo Varotti sconosciuto ai più, anch’egli in cerca di visibilità, chiacchiera a vanvera offeso dal fatto che in sei anni il sottoscritto noi si sia mai associato alla Confcommercio – prosegue – Anch’egli ovviamente scrive e giudica dalla sua comoda POLTRONA a stipendio fisso.  La mia battaglia è appena iniziata.  Non pensavate mica fosse un fuoco di paglia per andare dalla D’Urso? – e conclude – Si chiama Disobbedienza Civile, si chiama combattere per la propria libertà e sopravvivenza, si chiama CAMPARE per non morire di fame e pagare gli stipendi ai miei 42 dipendenti, tutti gli affitti, mutui, bollette e i fornitori».

Non è tutto: con riferimento alla prima cena disobbediente andata in scena a La Macelleria, Carriera riferisce: «Lunedì 9 Novembre ore 22:45. In questo momento sono trascorsi esattamente 14 giorni (tempo massimo di incubazione) dalla cena a La Macelleria». Ha quindi voluto sottolineare come non ci siano stati casi di contagi: «Posso quindi affermare che tutti i 90 partecipanti, non hanno contratto il Covid-19, visto che quella sera, così come a pranzo, sono stati rispettati tutti i protocolli previsti. I Ristoranti possono e devono rimanere aperti».

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