Pesaro

Castagne, nelle Marche raccolta partita in ritardo. Ma non ovunque. Manenti: «Siamo in balìa del meteo»

Il produttore di Pesaro: «Le castagne cadute nel primo periodo sono maturate bene, ma il problema è che ora, nel pieno della raccolta, la pianta non riesce più a portare avanti il frutto e le foglie si stanno seccando»

Il produttore marchigiano Enrico Manenti

ANCONA – «La raccolta delle castagne, quest’anno, è iniziata – come gli scorsi anni – intorno alla prima settimana di ottobre, verso il 6-7 ottobre, come sempre» – ribadisce Enrico Manenti, dei Castagni della Pianella a Lunano, in provincia di Pesaro Urbino. Lui è uno dei produttori marchigiani di castagne.

«I castagni fanno un po’ di castagne tutti i giorni. Il castagno – precisa ancora Manenti – non è una pianta che porta a maturazione completa in un determinato periodo i frutti e poi c’è la raccolta complessiva. Al contrario, le castagne si raccolgono tutti i giorni. Quindi, la qualità dell’anno non dipende da quante castagne trovi in un giorno, ma da quanti giorni raccogli castagne».

Secondo Coldiretti, «la produzione del 2022 ammonta a circa 27mila quintali, soprattutto nell’ascolano». La raccolta, fanno sapere da Coldiretti, «è iniziata più tardi rispetto agli scorsi anni», ma non ovunque. Per fortuna, nel pesarese, spiega Enrico, la quantità del 2023 non è cambiata così tanto rispetto al 2022: «Forse, per adesso, si è ridotta della metà, ma non sono pessimista», dice lui, che – nella sua azienda – vanta 6 ettari di campi.

A destra, Enrico Manenti

«Le castagne cadute nel primo periodo sono davvero belline e soddisfacenti al livello di grandezza. Insomma, sono maturate bene, ma il problema è che ora, nel pieno della raccolta, la pianta non riesce più a portare avanti questo frutto. Le foglie si stanno seccando e stanno via via cadendo. I ricci maturati hanno fatto cadere le castagne, mentre i ricci che sono ancora verdi, e che avrebbero dovuto maturarsi in questa settimana, cadono vuoti. Questo accade perché la pianta non ha avuto il clima adatto al livello di temperature, ma anche per via dell’assenza di pioggia».

«I 28-29-30 gradi di picco hanno bruciato le foglie, soprattutto quelle sulla punta. Le temperature di pochi giorni fa non sono una temperatura adatta ad ottobre. Il castagno  – sottolinea Manenti – richiede umidità, nebbia. Non una pioggia costante – prosegue – ma dovrebbe esserci il tipico clima di autunno, quella classica nebbia del mattino che scema durante il giorno. Le prime domeniche di raccolta – racconta il produttore – la gente andava ancora al mare».

«Io pessimista? Nient’affatto. Io sono ottimista per natura. Le nostre piante sono secolari – continua – non soffriranno così tanto questo clima. La pianta di per sé si salvaguarda. Se non ha energie per andare avanti, fa cadere ricci vuoti e foglie, ma la pianta – in questo modo – riesce a salvaguardarsi. L’unica cosa sarà un mancato raccolto per noi, ma l’importante è che non si rovinino le piante».

«Il problema sarà cosa succederà da qui in avanti, più che ciò che è successo finora. Nel castagneto, ora, ci sono le piante coi ricci verdi e tu, a guardarle, dici ˈCavolo ci sono le castagneˈ, ma il riccio che si dovrà maturare in questo momento, cadrà verde. E le castagne che dovrò raccogliere – commenta l’agricoltore – domani non le avrò».

«La soluzione? Nessuna. L’unica cosa è aspettare il prossimo anno. Quest’anno è andata così, amen. È tutto in mano al tempo – riflette lui – Ma non sono pessimista rispetto ai prossimi anni – ribadisce – Sapete, c’è sempre una rotazione. Se quest’anno manca qualcosa, nei prossimi anni (o nell’arco della vita della pianta) tornerà sicuramente. E sicuramente, vedrete, si tornerà alla normalità».

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