Pesaro

Caro bollette, Cgil Pesaro Urbino: «Diciamo no alla didattica a distanza nelle scuole al sabato»

Per il sindacato è necessaria una «riorganizzazione condivisa ma le decisioni non devono scaricarsi sulle fasce più deboli di studenti»

PESARO – Riscaldamenti e bollette scolastiche, la Cgil Pesaro Urbino dice no alla Dad.

La situazione degli istituti superiori pesaresi è complicata. La Provincia di Pesaro (che ha la gestione dei licei) ha appena 600 mila euro in cassa a fronte dei 4 milioni di euro di bollette previste. Le ipotesi in campo sono tante, dalla riduzione delle temperature, fino alla settimana corta.

«In merito alle ipotesi di riorganizzazione del sistema scolastico a causa del caro bollette – spiegano Cgil e Flc Pesaro e Urbino – abbiamo immediatamente ottenuto un incontro urgente con il Presidente della Provincia per poter avere chiarimenti ed esprimere alcune perplessità, in particolare sul probabile ricorso alla DAD (didattica a distanza) nella giornata di chiusura del sabato.

Occorre tenere in considerazione le conseguenze che determinate decisioni possono avere soprattutto su fasce deboli di studenti, sui ragazzi disabili. Abbiamo anche posto il tema dell’erogazione della prestazione lavorativa con mezzi propri da parte del corpo docente».

Per il sindacato è necessaria «l’istituzione di un tavolo di confronto sulla riorganizzazione con la partecipazione delle parti sociali e di tutti gli attori che gravitano intorno al mondo della scuola, compresi i rappresentanti del servizio trasporti.

Il Presidente della Provincia, dopo aver precisato di non aver mai dato alcuna indicazione sulla necessità di ricorrere alla didattica a distanza, ha rassicurato sul fatto che saranno prese delle decisioni dopo aver ascoltato congiuntamente tutte le parti coinvolte, nel rispetto dell’autonomia scolastica degli istituti ed ha accolto di buon grado l’ipotesi di convocare un tavolo con la partecipazione delle parti sociali.

Speriamo si trovino delle soluzioni condivise per la risoluzione della problematica che non arrechino danno ad alunni e lavoratori del settore».

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