Pesaro

Cantiano, l’utilizzo dei muli e la raccolta della legna dai fiumi: per prevenire i rischi si ritrova la tradizione – VIDEO

Un progetto che mette al centro l’utilizzo dell'animale da soma un tempo al fianco dei lavoratori delle montagne

CANTIANO – La legna che cade dagli alberi e si accumula nei corsi d’acqua. Fonte di potenziali danni da esondazione in caso di piogge torrenziali, possibile fonte di energia e di reddito per tutta un’intera filiera chiamata a curare al meglio il territorio. Un progetto che trae ispirazione dalla tradizione e che, in un territorio come quello di Cantiano, si coniuga con gli allevamenti equini. Nelle terre del Cavallo del Catria, specie autoctona allevata allo stato brado, ci sono anche i muli che qui, un tempo, servivano per effettuare lavori pesanti in luoghi impervi. Dove le macchine non potevano arrivare esisteva tutto un circuito di mulattiere che ora si potranno recuperare e sfruttare anche a fini turistici.

Il video

È questo, in estrema sintesi, il progetto denominato “Il futuro nella tradizione: il Cavallo del Catria e il trasporto della legna agli argini del Bevano” che è stato presentato oggi, venerdì 15 dicembre, presso la Sala consiliare del Comune di Cantiano alla presenza del presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni con il sindaco di Cantiano, Alessandro Piccini, Giuseppe Travagliati e Giacomo Romitelli, rispettivamente presidente e vice dell’Associazione Allevatori Cavallo del Catria e Andrea Montresor, responsabile area economica Coldiretti Marche. Un progetto che mette al centro l’utilizzo del mulo, animale da soma un tempo al fianco dei lavoratori delle montagne perché in grado di lavorare con precisione e intelligenza in strade e fossati proibiti ai mezzi meccanici. Un mezzo sostenibile che potrà aiutare le comunità dell’area montana a tenere puliti i torrenti e a recuperare la legna per quegli usi civici che le comunanze agrarie hanno adottato nel corso dei secoli per scaldarsi o per produrre energia.

«Il contesto socio economico dell’area del monte Catria – spiega Montresor -, pone certamente la necessità di rivalutare il fondamentale ruolo che nei secoli, le Comunanze agrarie hanno svolto nella gestione forestale dei cedui, anche con l’ausilio del mulo del Catria. Il progetto è sicuramente occasione per riportare l’attenzione sul vero problema di questi territori, ovvero la costante riduzione della gestione agrosilvopastorale, che senza assecondare la radicalizzazione ideologica fra sostenitori e detrattori di ceduo o fustaia, non può perdere di vista gli aspetti economici, sociali e naturalmente normativi». Sono previsti corsi e certificazioni ad hoc oltre a risorse per la riapertura delle mulattiere. Un progetto, portato avanti da Coldiretti Ancona, Associazione Allevatori Cavallo del Catria, Università Agraria della Popolazione – Chiaserna e Università delle XII Famiglie Originarie di Chiaserna, che punta a recuperare il protagonismo degli agricoltori nella manutenzione degli ambienti naturali, in favore di un riutilizzo virtuoso delle biomasse e di contrasto al dissesto idrogeologico del territorio.

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