Pesaro

Cagli, polemica sul danneggiamento a palazzo Tiranni. Il Comune: «Nessuna responsabilità, illazioni»

L'amministrazione risponde ad Alberto Mazzacchera sul caso degli stucchi del Brandani. Ecco le precisazioni

Gli stucchi del Brandani prima dei danni

CAGLI – Danneggiamento a palazzo Tiranni Castracane Tiranni. Il caso diventa politico e dopo l’attacco dello storico dell’arte e candidato sindaco Alberto Mazzacchera ecco la risposta del Comune.

«Mazzacchera muove pesanti accuse nei confronti della presunta incuria da parte dell’amministrazione comunale relativamente a questo bene storico-architettonico di inestimabile valore. Come prima cosa, occorre chiarire che il Palazzo è di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e che il Comune non ha affatto libero accesso ai suoi locali. Ne detiene solamente le chiavi che, tuttavia, può utilizzare solo previa richiesta del permesso all’Istituto. Il Comune, inoltre, si occupa della sua apertura e chiusura qualora l’Istituto lo chieda, nel momento in cui lo stesso, del tutto autonomamente, avendone piena facoltà in quanto unico proprietario, lo conceda a privati, associazioni».

Di qui la precisazione. «Il danneggiamento dell’opera non è avvenuto durante l’utilizzo del Palazzo da parte dell’amministrazione comunale né di un evento da essa sostenuto o promosso, ma, presumibilmente, nel corso di un evento privato, autorizzato dallo stesso Istituto; è evidente, quindi, che questa amministrazione non ha alcuna responsabilità e non spetta ad essa in alcun modo provvedere alla riparazione del danno. E’ vero, la segnalazione del Mazzacchera del 2022 era stata fatta anche al Comune (ci risulta che fosse stata inoltrata anche all’Istituto), che sensibile alla tematica, aveva prontamente interloquito con il proprietario che si era attivato per un sopralluogo e una organizzazione per il suo restauro, come ad oggi confermato dagli stessi. I tempi necessari o ritenuti idonei dai proprietari per attivare il restauro non pensiamo debbano essere una preoccupazione del Mazzacchera – che peraltro data la sua lunga carriera amministrativa dovrebbe conoscere le tempistiche di tali azioni. Inoltre sorge spontaneo chiedersi come Mazzacchera abbia potuto accedere al palazzo e a quale titolo in tale periodo. Da sottolineare che naturalmente l’IDSC ha provveduto a mettere in sicurezza la parte del bene danneggiato».

Poi l’ultima precisazione. «Visto che nell’articolo si fa riferimento a una vantaggiosa Convenzione con l’ente diocesano attinente la gestione a fini culturali del Palazzo, deliberata dallo stesso ente nel febbraio 2014, puntando il dito sulla mancata sottoscrizione della stessa da parte dell’amministrazione Alessandri, c’è da chiedersi, innanzitutto, perché non sia stata ottimizzata dalla stessa amministrazione in carica in quell’anno, di cui Mazzacchera faceva parte e il cui mandato scadeva a maggio – dopo 15 anni, di tempo ne avrebbe avuto se fosse stata una necessità assoluta – ma per tranquillizzare l’ex vice sindaco, riteniamo opportuno dire che l’attuale mostra in essere di Giovanni Termini si è potuta fare grazie ad un accordo temporaneo per la durata della mostra stessa in quanto questa amministrazione ha la capacità di dialogare anche con l’IDSC, malgrado abbia ereditato problematiche di vecchia data tra amministrazione e lo stesso in fase di risoluzione – forse per questo la convenzione non era stata ottimizzata? Ci auguriamo che la campagna elettorale possa, da qui in poi, prendere un’altra piega, che si concentri sulle proposte, sulle idee, sui programmi e non su illazioni espresse superficialmente e senza fondamento».

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