Pesaro

Blocco crediti superbonus, Cna Pesaro: «Il mercato così si ferma, imprese a rischio»

L’associazione annuncia una mobilitazione delle imprese dell’edilizia e dell’impiantistica. Aziende in ginocchio

PESARO – Sarà una settimana chiave per quanto riguarda la questione della cessione del credito per i cantieri del Superbonus.
Il responsabile di Cna Costruzioni di Pesaro e Urbino, Fausto Baldarelli è molto preoccupato: «Quello che sta avvenendo in queste ore è gravissimo e supera qualsiasi immaginazione. Le imprese del settore costruzioni e dell’impiantistica sono in allarme rosso e minacciano il blocco dei cantieri in tutte le città. Cna Costruzioni di Pesaro e Urbino si unisce al coro di protesta che si sta sollevando in tutto il Paese dopo il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, che vieta la cessione dei crediti e lo sconto in fattura e che blocca di fatto le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali. Una misura che fermerà il mercato immediatamente».

In queste ore l’associazione sta ricevendo telefonate di disperazione da parte di molti degli imprenditori ancora increduli per il provvedimento. «Non avevamo sentore di una decisione del genere anche se ci aspettavamo delle risposte dal governo. Avevamo posto una serie di quesiti e l’allarme sulle 40 mila imprese della filiera in enorme sofferenza a causa di tutte le difficoltà legate alla cessione dei crediti. Su questo fronte anzi si erano aperti degli spiragli importanti con gli Enti pubblici locali (in primis la Provincia di Pesaro e Urbino), disposti a garantire la cessione dei crediti. Giusto ieri ne abbiamo parlato al nostro convegno su Appalti pubblici e burocrazia».

«Le nostre imprese – conclude Baldarelli –  hanno lavorato in osservanza di una legge dello Stato, facendo lo sconto in fattura perché era una possibilità prevista dalla normativa vigente. Si sono messe in gioco, hanno pagato i materiali, eseguito i lavori con tutte le difficoltà legate alle norme che in corso d’opera sono cambiate in continuazione, non sono state pagate, e adesso rischiano la chiusura. È una cosa grave che non possiamo accettare. Per questo stiamo studiando ogni forma di mobilitazione possibile nel rispetto delle leggi».

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