Pesaro

Biodigestore, quattro colossi per quattro proposte. M5S Fano: «Approfondiremo con cura le diverse offerte»

Le risposte all’avviso pubblico sono un attestato di stima verso il tanto chiacchierato progetto del Biodigestore e permetteranno al comune di Fano di valutare e scegliere tra una pluralità di proposte

Un biodigestore
Un biodigestore per il trattamento dei rifiuti

FANO – Quattro colossi del settore hanno manifestato ufficialmente interesse per il bando indetto dal Comune di Fano per dare ad Aset un partner con cui costruire il tanto chiacchierato biodigestore. Si tratta della marchigiana Feronia, che avrebbe lanciato la proposta di coinvolgere Aset nella realizzazione di un impianto che negli intenti dovrebbe sorgere a Barchi.

Della milanese Siram, facente della multinazionale francese Veolia, vero gigante del settore con un fatturato che si attesa intorno ai 30 milioni, del gruppo Acea, una delle più imponenti multiservizi italiane ed infine del gruppo Estra, la società che si occupa della distribuzione del gas.

Le risposte all’avviso pubblico sono un attestato di stima verso il tanto chiacchierato progetto del Biodigestore e permetteranno al comune di Fano di valutare e scegliere tra una pluralità di proposte. La scelta competerà al consiglio comunale che dovrà stabilire quale sia la soluzione più allettante.

Il risultato del bando è stato commentato con entusiasmo Tommaso Mazzanti, capogruppo del M5S di Fano: «Gli esiti dell’avviso pubblico dimostrano che, a dispetto dei profeti di sventura, c’è vita anche oltre il Foglia. Il notevole interesse riscosso tra gli operatori economici è un’ottima notizia per Aset e per Fano. Marche Multiservizi ha deciso di non raccogliere la disponibilità espressa all’unanimità dal consiglio comunale lo scorso luglio di valutare tutte le ipotesi progettuali sul mercato per il digestore. Speriamo che non abbia prevalso il timore di un confronto sul merito con altre proposte. Poco male, visto che diverse realtà, anche oltre i confini nazionali, hanno dimostrato che le alternative, per collaborazioni puntuali con Aset, esistono – e concludono – Approfondiremo con cura le diverse offerte, tenendo fede ai principi che ci guidano da sempre sul tema digestore: dimensionamento basato sulle effettive esigenze del territorio, governance in mano pubblica, località urbanisticamente adeguate, qualità e sicurezza progettuale. Auspichiamo che il Comune partecipi, se davvero l’Ambito non potrà farlo, al bando ministeriale per aggiudicarsi l’importo di 40 milioni per la realizzazione dell’impianto, da mantenere nella proprietà pubblica. Con i beni comuni, acqua e rifiuti in primis, non si devono fare affari ma offrire servizi ai cittadini».

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