Pesaro

Bilancio Provincia Pesaro-Urbino, Malandrino: «Corte dei Conti ammonisce l’Ente per i derivati»

Il consigliere Fdi: «Si parla di criticità che potrebbero pregiudicare gli equilibri economici. Pronta una interrogazione»

La Provincia di Pesaro

PESARO – Bilancio della Provincia di Pesaro-Urbino, il consigliere Fdi Daniele Malandrino pronto a una interrogazione.

«La Corte dei Conti ha ammonito la Provincia di Pesaro-Urbino in relazione ai bilanci 2020-2022 dalla Corte dei Conti che ha rilevato “criticità ed irregolarità suscettibili di pregiudicare gli equilibri economico-finanziari” così come la Provincia fu ammonita ai tempi della Presidenza Ricci quando, fu rilevato un palese artificio contabile che faceva risultare un debito come un credito questo al fine di evitare il default dell’Ente.

Ricordo a tal proposito che per salvare la carriera dei diretti responsabili fu fatta, in tutta fretta dal Governo Renzi, una legge “ad personam” che salvava Ricci e Morani all’epoca alla guida della Provincia. Ora la provincia si è fatta nuovamente redarguire in ordine ai bilanci 2020-2022 ove stati rilevate “criticità ed irregolarità idonei a pregiudicare gli equilibri economico-finanziari”. Dal resoconto dell’organo di controllo si rilevano in bilancio un insieme di valori non consoni, dal fondo pluriennale “che ha registrato un esponenziale aumento” e gli specifici approfondimenti hanno dato conto di un anomalo utilizzo dell’istituto”.  Nella relazione si fa presente che è ancora in essere un contratto di finanziamento in derivati per un valore di 19.201.081,68 con scadenza a fine 2025».

Malandrino ammonisce: «È stato a dir poco insensato e fuori da ogni logica che un ente pubblico, il quale ha l’obbligo di gestire le proprie finanze in modo oculato, abbia sottoscritto un prestito speculativo ad altissimo rischio, infatti il derivato in argomento fatta eccezione per modestissimi flussi positivi del 2006 e 2008 (pari a complessivi euro 106.472,18 ) ha sempre prodotto flussi negativi ( netting annualità 2005-2023 )  pari ad euro 6.745.042,36).

Il costo complessivo del debito in euro 19.201.081,68 è incrementato di circa il 35%”.L’Ente, rileva la Corte dei Conti, non ha ritenuto di costruire un apposito fondo al fine di tutelarsi dai rischi dei contratti in essere, scelta non condivisibile proprio alla luce della aleatorietà ed imprevedibilità che caratterizza il mercato finanziario e ancor più questo tipo di strumenti finanziari.

In altri termini, tale operazione, è sostanzialmente ascrivibile ad “una scommessa”, questo appare clamorosamente inconciliabile con il buon agire della pubblica amministrazione. La Corte dei Conti rileva inoltre, tra le altre cose, che le risultanze istruttorie fanno emergere una gestione delle poste contabili allocate nell’ambito dei servizi conto terzi/partite di giro segnata da inerzie che hanno impropriamente trascinato residui da un esercizio all’altro per anni».

Malandrino chiude: «Dal contenuto della relazione della Corte dei Conti non può che dedursi che “il lupo ha cambiato il pelo ma non il vizio”, la gestione economica della Provincia continua a trascinarsi dietro gli antichi vizi che l’hanno portata in passato sull’orlo del default e l’attuale Presidente non ha ancora dato risposte in merito alle azioni che intende mettere in atto per scongiurare i rischi prospettati dall’organo di rilievo costituzionale. “Presidente Paolini, come intende porre rimedio a questa situazione? Cosa intende fare per una più corretta gestione dei bilanci che possa rispondere alle sollecitazioni espresse dalla Corte dei Conti?”

È quello che chiederò al Presidente con una interrogazione».