Pesaro

Biancani: «Test rapidi e periodici per riaprire le scuole, ma per la Regione non è una priorità»

Il consigliere pesarese del Pd considera la scelta del governatore delle Marche Acquaroli «di comodo». Anche Vitri critica: «Assurdo non farsi carico della questione»

Micaela Vitri con Andrea Biancani

PESARO – Niente scuola fino al 31 gennaio per le superiori , la contrarietà dei consigliere regionali pesaresi del Pd Andrea Biancani e Micaela Vitri.

«Assistere all’ennesimo rinvio, senza che si sia realmente fatto tutto il possibile è veramente un brutto esempio – sottolinea Biancani – A due giorni dalla riapertura, appare più comodo pensare ad un’ulteriore proroga, piuttosto che garantire condizioni di sicurezza, da pianificare preventivamente, come da me richiesto da mesi. La conclusione è una sola, per una parte della politica la scuola non è una priorità. Solo alcune Regioni hanno attivato gli screening nelle scuole».

Per Biancani occorre «Inserire studenti, docenti e personale Ata tra le fasce della popolazione da sottoporre periodicamente a test rapidi per tracciare i contagi, così come avviene ad esempio per il personale sanitario, della sicurezza o per gli ospiti delle Rsa». È il punto di partenza che Biancani (Pd), Vicepresidente del Consiglio regionale, considera indispensabile per programmare un’apertura stabile delle scuole. Già nelle scorse settimane, con due interrogazioni, una a metà novembre e l’ultima il 16 dicembre, Biancani aveva chiesto alla Giunta regionale di valutare “un sistema di monitoraggio della popolazione scolastica per intercettare i soggetti positivi asintomatici, così da ridurre il rischio di focolai alla riapertura». «Se vogliamo le scuole aperte – insiste Biancani – studenti, insegnanti e personale non docente vanno considerati tra quelle categorie particolari da sottoporre a screening gratuiti periodici anche se asintomatici e senza avere necessariamente avuto un contatto diretto con un caso positivo accertato».

Per la somministrazione, con l’obiettivo di favorire la massima capillarità, Biancani ipotizza diverse soluzioni, «direttamente all’interno degli edifici scolastici, coinvolgendo medici e pediatri volontari, la Croce Rossa e la Protezione Civile, oppure nell’ambulatorio del proprio medico di famiglia, nei laboratori privati attrezzati o negli stessi presidi ospedalieri». Un ruolo potrebbe essere svolto anche dalle farmacie. «Il tracciamento continuo e veloce nel mondo della scuola è più semplice che in altri contesti – aggiunge Biancani – e, oltre a prevenire focolai, consente anche una più rapida uscita dalla quarantena, dando stabilità alla didattica, tutelando il proprio contesto familiare e, indirettamente, anche il sistema del trasporto pubblico».

La consigliera Micaela Vitri insiste: «Non capisco perché altre Regioni siano pronte al ritorno in aula, ma non le Marche. Cosa manca? È da settembre che si evidenzia il problema del trasporto pubblico, chiedendo di aumentare i mezzi per evitare sovraffollamento. A gennaio doveva essere già risolto. Inoltre, per ridurre il rischio contagi basterebbe rivolgere l’importante operazione dei tamponi di massa, già avviata dalla Regione con la collaborazione di Asur e Comuni, ai ragazzi degli Istituti secondari, rendendo obbligatorio il test antigenico prima del rientro.

È veramente assurdo che proprio le Regioni di destra, mentre propongono la riapertura degli impianti sciistici, improvvisamente decidano di mantenere la dad al 100% negli istituti secondari. Al contrario in Toscana gli studenti riprenderanno dal 7 gennaio le lezioni in aula al 50%. L’istruzione deve rimanere una priorità e l’impegno della Regione deve essere nell’ordine di garantire sicurezza e non per chiudere gli istituti».

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