Pesaro

Biancani: «Canone marittimo aumentato da 360 euro a 2500, a Pesaro malcontento di pescatori, famiglie e ristoratori»

Il consigliere ha presentato una interrogazione: «Nella nuova darsena per 28 posti a bando si sono presentati in due, rincari inaccettabili durante il rilancio»

Il porto di Pesaro

PESARO – Aumenti dei canoni per le concessioni marittime, utenti inferociti. A farsi portavoce del disagio è Andrea Biancani, consigliere Regionale Pd: «Continuano ad arrivarmi segnalazioni dei cittadini che lamentano l’aumento indiscriminato, dal 2021, dei canoni minimi per tutte le concessioni di utilizzo di aree del demanio marittimo, indipendentemente dalle finalità della richiesta, della tipologia di attività da svolgervi e della eventuale redditività effettiva che ne può derivare. Un aumento del canone minimo che colpisce tutti, senza nessuna modulazione delle tariffe che tenga conto della varietà e differenza delle attività che utilizzano le aree del demanio marittimo».

«Cittadini, associazioni, pescatori, ristoratori e altre realtà commerciali che utilizzano queste aree si ritroveranno in gravi difficoltà a mantenere le concessioni e far sopravvivere le attività. L’aumento del canone minimo è a mio avviso spropositato: si passa da quasi 360 euro a 2500, più del 700% del vecchio canone. I concessionari minori si troveranno gravati da questo aumento così consistente delle spese, proprio nell’anno in cui molti potevano provare a rilanciare le proprie attività».

Ad essere colpiti saranno ad esempio: le piccole realtà non commerciali dell’associazionismo sportivo dilettantistico, i piccoli rimessaggi di sport acquatici (surf, sub, ecc.), i circoli velici, i circoli nautici, le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato che svolgono attività sportive e ricreative a fini sociali senza scopo di lucro (ad esempio le onlus che mettono a disposizione delle associazioni ombrelloni gratuiti), le micro e piccole imprese che praticano la pesca e la commercializzazione del pescato, le piccole attività di ristorazione, di commercio, di servizi e chi organizza manifestazioni estive su aree demaniali.

Una prima prova concreta degli effetti negativi di questa norma la si può riscontrare dagli esiti dell’ultimo bando per la concessione di spazi sulla nuova darsena del porto di Pesaro. Sulla base delle esigenze espresse dagli utenti l’anno scorso, si erano messi a bando 28 posti, tuttavia, con i nuovi canoni, per via dei costi, alla fine si sono presentanti soltanto in due. «Non solo si sono penalizzati i cittadini, che non possono permettersi quelle cifre, ma, nel caso specifico, a conti fatti, ci ha perso anche lo Stato. Due soli canoni da 2500 euro comportano un’entrata inferiore rispetto a 28 da 360 euro. L’aumento, per giunta, purtroppo riguarda anche le concessioni rilasciate prima del primo gennaio 2021, per le quali la normativa prevede un adeguamento al nuovo canone».

Il consigliere Biancani al porto

«In un periodo in cui gli enti locali di tutta Italia, come il Comune di Pesaro, hanno ridotto o azzerato il costo delle concessioni di suolo pubblico al fine di favorire la ripresa post covid, lo Stato, sul demanio marittimo, è andato nella direzione opposta. Tutti questi elementi mi portano a dire chi ha pensato a questa norma non è a contatto con la realtà. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente, sottoscritta anche da  Micaela Vitri, per chiedere alla Regione di attivarsi presso la Conferenza Stato Regione e presso tutti i parlamentari marchigiani al fine di chiedere una modifica della normative e una riduzione dei canoni minimi. Mi auguro che questo appello venga raccolto dai parlamentari locali, sempre sensibili ai problemi del territorio».

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