PESARO – Il rumore della protesta sale di intensità a Pesaro. Un centinaio di cittadini, tra cui famiglie con bambini, si è ritrovato in largo Ascoli Piceno, a pochi metri dai depositi della Fox Petroli. Dicono no al maxi-piano di riconversione dello stabilimento, che verrà utilizzato principalmente per la liquefazione del gas metano. Fino a 400 tonnellate al giorno.
Hanno manifestato con sacchi neri e mascherine, in un sit in organizzato dal comitato Campagna Stop Gnl.

«In queste settimane, tra incontri e altre iniziative, abbiamo visto crescere la partecipazione – dice Rosalia Cipolletta, referente del comitato -. Le persone non sapevano nulla di questo impianto. Abbiamo informato i cittadini, che ovviamente si dimostrano molto preoccupati, perché ne comprendono la pericolosità. Abbiamo fatto ricorso al presidente della Repubblica, sperando che questo ci dia qualche possibilità di fermare i lavori, perché ci sono questioni di tipo procedurale nella Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr)».
Da settimane le proteste continuano a suon di esposti, incontri e lettere alle più alte cariche. E a Tombaccia si vedono già i primi striscioni “No Gnl Fox”. Il tema è l’ipotesi impianto liquefazione del gas. Il caso è balzato recentemente alle cronache scatenando reazioni delle associazioni e della politica. Non solo l’esposto, ma anche il ricorso al Tar. Infine la denuncia alla commissione europea e la segnalazione alla presidenza della repubblica. La commissione europea ha risposto che valuterà la denuncia presentata. Gli attivisti hanno consegnato il dossier anche ai membri della commissione parlamentare ecomafie.
L’ultima iniziativa è quella di un esposto per avviare una indagine ambientale. Mentre Avs ha protocollato una interrogazione parlamentare. Gli attivisti Roberto Malini e Rosetta Sperindei hanno incontrato il sindaco e presentato anche un ricorso straordinario alla presidenza della Repubblica.