Pesaro

Arretramento della ferrovia, Articolo Uno: «Occorrono più binari per salvaguardare la qualità della vita dei comuni costieri marchigiani»

Il partito critica i personalismi del sindaco di Pesaro Ricci e chiede un progetto di fattibilità su cui discutere

Ferrovia sul mare

PESARO – Arretramento della ferrovia, Articolo Uno chiede un progetto di fattibilità per limitare il passaggio dei treni merci nei comuni costieri marchigiani.

Il tema è già stato al centro di polemiche tra la Regione e il Comune di Pesaro. Nell’ambito del potenziamento della linea Adriatica il ministero è pronto a impegnare 1,2 miliardi di euro per l’arretramento della ferrovia Gradara-Pesaro, un’opera che permetterà di ridurre i tempi di percorrenza della tratta di circa 5/7 minuti.

La stazione verrebbe spostata nella zona di via dei Cacciatori ed andrebbe a servire anche una zona industriale potenziando il trasporto su rotaia da parte delle ditte della zona. Per il sindaco Ricci una «opportunità storica», per la Regione un «impatto incompatibile se non si coinvolgono tutti i comuni costieri». Il tema è quello del trasporto merci, tanto che si ipotizza il passaggio di oltre 150 treni giornalieri. 

«Da alcuni giorni si è aperto il dibattito sull’arretramento della ferrovia e sulla previsione dell’implementazione del trasporto merci nell’asse Bologna-Taranto che dovrebbe portare al transito di ben 176 convogli al giorno uno ogni sette/otto minuti.

Questa previsione se sommata al traffico locale e a quello dell’alta-media velocità impone di affrontare il tema in termini strategici perché nella configurazione attuale nelle città costiere vedrebbero compromessa la qualità della vita dei residenti e lo sviluppo delle attività turistiche.

La notizia appare come un fulmine a ciel sereno se si considera che dopo decenni solo da pochi mesi è stato eliminato il passaggio a livello di Marotta, (l’unico rimasto nell’intera tratta adriatica) e che da qualche anno è stata adeguata la galleria di Gradara che limitava pesantemente il transito dei convogli per il trasporto degli autoarticolati».

Articolo Uno accoglie «con grande favore il cambio di passo con l’annuncio che il governo intende investire 5 miliardi di euro (i primi speriamo) sulla linea Adriatica e inserire la tratta nel corridoio ferroviario europeo dell’alta velocità che connetterà il Mare Adriatico con il mar Baltico. Gli amministratori dovrebbero essere consapevoli che gli obiettivi da raggiungere con questo progetto sono quelli della sostenibilità, della carbonizzazione, della riduzione delle emissioni di anidride carbonica riducendo sensibilmente il trasporto delle merci su gomma per trasferirle su rotaia, di realizzare l’alta e media velocità per velocizzare i trasporti dei passeggeri tanto da essere competitivi con gli aerei».

Per Articolo Uno però «Il dibattito che si è aperto non può fermarsi al bypass di Pesaro e al solo aspetto locale creando allarmismo ma deve considerare il quadro generale, anche se, ci risulta che non esista nemmeno un progetto di fattibilità generale indispensabile per affrontare nel modo corretto quello che apparentemente sembra un problema ma che in realtà è una grandissima opportunità anche dal punto di vista occupazionale.

Nel comprendere le ragioni del sindaco di Pesaro non condividiamo la modalità con la quale ha posto la questione tutta incentrata sul risolvere il problema della sua città e in subordine, dopo le proteste, anche quello di Fano. Ancora una volta emerge il nodo di una politica fondata sulla comunicazione e sul personalismo.

Cominciamo da subito a pensare per piani e agire per progetti, per questo chiediamo che una parte dei finanziamenti vadano spesi per costruire un progetto di fattibilità che consenta alla Regione, ai Comuni e ai cittadini di avere una proposta concreta e tecnicamente fondata. Probabilmente occorreranno tre o quattro binari di cui uno o due nuovi e due, gli esistenti, da mantenere per il traffico locale, regionale, la cosiddetta metropolitana di superficie.

Quest’ipotesi potrebbe costituire il volano per l’avvio di una rigenerazione urbana a scala regionale che coinvolgerebbe l’intera fascia costiera. Abbandoniamo i personalismi, gli egoismi e i localismi e, senza ulteriori chiacchiere, facciamo in modo di non perdere il finanziamento e la Regione eserciti il suo ruolo di governo chiedendo subito al Ministero e alle Ferrovie di approntare il progetto generale di fattibilità dell’intera tratta marchigiana da realizzare per lotti funzionali»

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