Pesaro

Arriva un fratellino. Tra gelosia e senso di responsabilità ecco 4 buone pratiche per i genitori

Il primo consiglio che si può dare è quello di vivere questo momento con serenità, gioia e divertimento. L'approfondimento con la pedagogista Silvia Ferretti

Come preparare un bambino all’arrivo di un fratellino?
Cara mamma e caro papà, il consiglio più sincero che si può dare è quello di vivere questo momento con serenità, gioia e divertimento anche perché queste emozioni vengono trasmesse al vostro bambino.
Avere un fratellino non significa togliere nulla al primogenito. Anzi! È un arricchimento reciproco, una fonte in più di apprendimento, una compagnia e un indissolubile legame affettivo.

Quale via dovrebbero seguire i genitori per prevenire l’inevitabile turbamento del primogenito quando un fratellino viene al mondo?
Non esiste metodo per prevenire i sentimenti di gelosia del figlio maggiore. La gelosia è troppo profondamente radicata nella natura umana perché una situazione tanto caratteristica ed essenziale quanto l’arrivo di un nuovo bambino non la risvegli. Ma noi siamo certamente in grado di renderla molto più sopportabile per il bambino oppure di aiutarlo a padroneggiarla.
Ciò dipende dal modo in cui noi lo prepariamo preventivamente all’avvenimento e successivamente da quello che sarà tutto il nostro comportamento.

La pedagogista Silvia Ferretti

È sempre cosa buona dire al bambino che un nuovo bimbo sta arrivando, perché così non si sentirà escluso dal circolo magico dell’amore fra i suoi genitori. Questo diminuisce l’aspetto pauroso di eventi misteriosi a
dei quali non è partecipe, e aumenta il senso di amore e di fiducia nei genitori.
Per lo stesso motivo è consigliabile rispondere a tutte le domande che il piccolo ci rivolge per sapere da dove viene il bambino e come inizia la sua crescita. È però improbabile che si possa realmente far capire al bambino quello che succede, anche volendolo.
Nello stesso tempo, anche se il bambino non comprende fino in fondo il messaggio, comunque intuisce nitidamente di cooperare con i genitori e di poter avere fiducia in loro, tanto da non risentire un’impressione di segretezza e di dissimulazione da parte dei genitori.

Come gestire il ritorno della mamma che si è assentata per dare alla luce la nuova vita?
Il ritorno dall’ospedale è sempre un momento molto emozionante quanto delicato. È fondamentale gestirlo in modo da equipaggiare il primogenito delle giuste attenzioni. Prima va salutato in privato caldamente e amorosamente, per non fargli vivere dubbi sull’affetto della mamma per lui, creando così un momento esclusivo e intimo tra i due. E quando vedrà il fratellino o sorellina per la prima volta, è opportuno farlo tenere in braccio da qualcun altro o farlo trovare nella sua culla.
La situazione diventa molto difficile per il bambino più grande, se vede la madre per la prima volta dopo il suo ritorno, con il piccolo in braccio, perché può pensare che questo abbia preso il suo posto.
Se i genitori accoglieranno lo smarrimento del proprio figlio all’arrivo di questo “nuovo ospite” in famiglia, e comprenderanno quanto possa essergli d’aiuto avere costanti e concrete testimonianze del loro continuo interesse ed affetto, allora sì che il bambino si sentirà davvero supportato e attingerà alle sue personali risorse per controllare il proprio comportamento.

E se dovessero comparire delle regressioni?
Per far fronte alla riorganizzazione il bambino, con l’arrivo del fratellino, potrebbe regredire con qualche passo indietro nello sviluppo, ad esempio, facendo di nuovo la pipì a letto, oppure tornando a ciucciare il dito o a chiedere di essere imboccato durante i pasti.
Non allarmatevi! Sappiate che fa parte del gioco!
Occorre monitorate, certo, ma senza dare troppa importanza a questi cambiamenti: assecondate il bambino e vedrete che piano piano sarà lui il primo ad annoiarsi. Fategli vedere le foto di quando anche lui era nella pancia della mamma, di quanto lo aspettavate con grande gioia, e di quanto anche lui era così piccolo alla nascita.
In questo modo capirà che anche lui ha vissuto questo momento speciale, che è una fase della vita e che passa con la crescita perché se ne aggiungono della altre, altrettanto meravigliose. È importante non minimizzare mai il neonato per cercare di enfatizzare di più la figura del primogenito, perché questo creerebbe delle giustificate motivazioni per una concreta gelosia.
Il neonato va amato e accolto. E per permettere al bambino di amare e accogliere il fratellino con interesse e coinvolgimento, deve essere anche lui messo in condizioni di capire che i bisogni del neonato sono semplicemente diversi ma ugualmente invitanti.

Come si può insegnare ai figli a condividere la vita con i fratelli?
Imparare a convivere con altri nell’ambito di una stessa famiglia è una delle più importanti opportunità di apprendimento.
I comportamenti di aperta gelosia e di ostilità diretta sono sentimenti che spaventano i bambini stessi, perché vivono contemporaneamente momenti destabilizzanti e impulsi di amore e di tenerezza verso il fratellino.
In relazione all’età del primo figlio, è plausibile assegnargli semplici consegne che lo facciano sentire importante nella relazione con i genitori e il fratellino: lasciargli spingere la carrozzina, scegliere i vestitini, portare i pannolini, mettere la crema nei piedini e parlargli durante il bagnetto.
E quando i parenti e amici in visita, faranno festa al più piccolo, assicurargli una coccola e prenderlo in braccio per fargli sentire che in famiglia c’è tanto amore per tutti.

Imparare il senso di responsabilità nei confronti degli altri può essere l’insegnamento più illuminante che un genitore possa insegnare a un figlio. Ciò deriva dall’imparare a condividere la vita con un fratello.

Un fratello è il dono più grande che la vita ci possa fare!

Silvia Ferretti, pedagogista
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