Pesaro

Comune di Pesaro: «Ammanco di bilancio spaventoso, ma pronti a mettere tutte le risorse»

Il sindaco Matteo Ricci parla di un «dramma socio economico». Spera di salvare parte della stagione turistica e nei trasferimenti statali per poter far avviare cantieri e immettere liquidità alle aziende

Il consiglio comunale di Pesaro

PESARO – Dopo l’emergenza sanitaria, “il dramma“, spiega il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. «è quello socio-economico: eravamo ripartiti con segnali buoni sul turismo. Adesso dobbiamo iniziare nuovamente da capo».

È stato l’argomento principale del consiglio comunale della sera del lunedì 11 maggio. I comuni stanno incassando zero e il rischio è quello di dover tagliare su molti settori. Tra gli obiettivi quello di salvare parte della stagione turistica, avere trasferimenti statali per poter far avviare cantieri e immettere liquidità alle aziende quindi.

Già aperto il tavolo anticrisi con Provincia, sindacati, categorie e associazioni, «per verificare la ricaduta reale dei provvedimenti nazionali sul territorio» e per «mettere in fila le richieste alla Regione su liquidità, imprese e fondi europei». Oltre che per valutare azioni proprie. Ma il sindaco puntualizza: «Nel nostro bilancio abbiamo un ammanco spaventoso. Come tutti i Comuni non stiamo riscuotendo quasi più nulla. Vedi tassa di soggiorno, suolo pubblico, rette degli asili, parcheggi a pagamento. Non a caso, come Comuni italiani, abbiamo chiesto cinque miliardi. L’accordo fatto col governo è di tre miliardi e mezzo per Comuni, Province e Città metropolitane. Riteniamo in ogni caso che non saranno sufficienti, perché le previsioni di calo delle entrate sono troppo ottimistiche se la crisi economica durerà tutto l’anno. Per questo dobbiamo essere cauti su cosa potrà fare il Comune in aggiunta».

Ovvero con risorse proprie: «Finché non vediamo il decreto, non possiamo sbilanciarci più di tanto. Altrimenti ci salta il bilancio. Che è virtuoso rispetto ad altri Comuni, considerato che la metà di loro non ha neanche chiuso il preventivo e il consuntivo. Ma nonostante questo dobbiamo essere cauti», ribadisce Ricci. «Mi piacerebbe farlo, ma non possiamo investire adesso risorse che non abbiamo a discapito dei servizi sociali. O di quelli educativi, quando ripartiranno. Sicuramente dobbiamo agire sulla leva del personale, bloccando le nuove assunzioni. Sappiamo che abbiamo bisogno del personale, ma è la prima voce su cui possiamo provare a risparmiare. Considerato che anche la modalità dello smart working, su alcuni aspetti, può dare risultati in termini di produttività. Ma sul resto, come manutenzioni di strade e scuole, servizi per l’handicap, nidi e asili, non possiamo tagliare. Per questo adesso non possiamo sbilanciarci. Non appena ci sarà il decreto che stanzierà risorse, saremo in grado di capire cosa possiamo aggiungere di nostro. E tutto ciò che potremo fare, ovviamente, lo faremo».

I tre miliardi per i Comuni, informa il sindaco, «dovrebbero essere ripartiti in base alle entrate proprie delle amministrazioni e non considerando i trasferimenti storici. Un criterio giusto: significa che meno hai incassato dalla crisi del coronavirus, più soldi vengono stanziati dallo Stato. C’è una anche una discussione sulla tassa di soggiorno non da poco: alcuni Comuni vorrebbero un fondo a parte su questo. Noi continueremo la battaglia politica e amministrativa per ottenere il massimo possibile. La nostra speranza è potere salvare almeno parzialmente la stagione turistica col mercato italiano a luglio, agosto e settembre. Il bonus vacanze annunciato dal ministro Franceschini è di certo una misura importante. E nel decreto in uscita da 55 miliardi, l’importo più importante dovrà essere quello a sostegno degli ammortizzatori sociali da rinnovare. Oltre alle risorse a fondo perduto per tutte le categorie che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 30 per cento: bar, ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, parrucchieri e altri settori che si sono ritrovati a reddito zero, o molto basso, dalla sera alla mattina».

Ricci chiede velocità: «La ripartenza dipende anche da questo. Deve uscire un Paese più semplice. E servono regole più flessibili sui cantieri pubblici. Anche per questo abbiamo chiesto una deroga al codice degli appalti. Oppure si aumenti la soglia per gli affidamenti diretti o si ritorni alla gara con il progetto definitivo. In modo da guadagnare velocità e supportare la ripresa. Sul punto c’è una trattativa in corso». 

La sintesi del sindaco: «La fase è complessa: servono grande cautela e prudenza per non compromettere i risultati ottenuti finora. Una ricaduta, nei fatti, avrebbe un effetto devastante. Poi saremo pronti a ripartire: Abbiamo sospeso gli eventi di maggio e giugno, per il momento sono mantenuti quelli di luglio, agosto e settembre. Che in ogni caso, se le cose dovessero andare bene, dovranno essere riadattati con altre formule. Molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni». Conclusione del sindaco: «Gli amministratori del Dopoguerra hanno ricostruito dopo i bombardamenti, noi dobbiamo farlo dopo l’arrivo di un nemico invisibile. Ci sarà bisogno di unità e compattezza».

Più in generale il sindaco ha ricordato «dal primo giorno abbiamo messo ogni energia sulla crisi». Il sindaco ricorda «i buoni spesa distribuiti con velocità e sicurezza, aggiungendo 63mila euro alle risorse stanziate»; le 230mila mascherine consegnate ai pesaresi (100mila euro dal Comune), «unico Comune delle Marche di una certa dimensione a fare un’operazione simile»; le ottomila mascherine lavabili e ‘col sorriso’ per i bambini. Oltre ai «contenitori organizzati per gli aiuti sanitari e alle persone in difficoltà».

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