Pesaro

Alluvione a Pianello di Ostra: il fanese Federico Tarsi racconta una giornata al servizio degli altri

Insieme ad altri 13 ragazzi e ragazze del gruppo scout di FSE Fano 1 Federico si è recato in una delle zone più colpite per dare il suo contributo: «C'è molto da fare, importante portare anche solo un piccolo contributo»

Federico Tarsi
Federico Tarsi

FANO – Continua la mobilitazione da parte di volontari provenienti dai Comuni della Val Metauro in soccorso delle popolazioni alluvionate. Tantissimi i giovani che in questi giorni si sono prodigati per dare sostegno e conforto agli abitanti delle zone più colpite dalla devastante alluvione che ha causato 12 vittime. Tra quelle più colpite sicuramente la frazione di Pianello di Ostra: nel tratto dell’ex arceviese, corrispondente con la zona vecchia della frazione, la piena è arrivata con tutta la sua forza causando quattro vittime e portando devastazione in molte abitazioni. Qui, a distanza di oltre 10 giorni, ancora la situazione sembra estremamente grave.

Tra i 14 ragazzi del gruppo scout di FSE Fano 1 recatosi sul posto per aiutare la popolazione locale c’era anche Federico Tarsi che ci ha raccontato in prima persona la sua esperienza: «Sabato siamo arrivati a Pianello di Ostra su indicazione della Caritas di Senigallia, dotati di pale, stivali e tanta voglia di renderci utili. Qui i ragazzi della Caritas locale gestiscono volontari di associazioni e privati indicando loro i luoghi in cui c’è più bisogno di una mano. Lungo le strade abbiamo incontrato tanti mezzi e personale di vigili del fuoco, protezione civile, associazioni e personale per le emergenze provenienti da tutta Italia. Arrivati, registrati e accompagnati verso una casa vicino le sponde del fiume, abbiamo poi incontrato i proprietari che ci hanno mostrato la proprietà e i danni dell’alluvione. Ci siamo subito rimboccati le maniche e, guidati dal figlio del padrone di casa, ci siamo organizzati per dividerci il lavoro».

A colpire Federico è stata la grande catena umana di solidarietà e sostegno: «Già tante persone, amici e volontari erano al lavoro da diversi giorni per liberare il piano inferiore della casa, quasi interamente sommerso dalla piena, e ripulire tutto. Noi ci siamo concentrati sull’esterno, abbiamo svuotato le capanne dal fango, ripulito parte del giardino dalla terra depositata e raccolto sacchi e sacchi di immondizia trasportata dall’acqua provenienti da aziende più a monte».

Una devastazione che non può lasciare indifferenti: «L’impressione iniziale è stata forte, abbiamo visto mobili, materassi ed elettrodomestici accatastati fuori casa pronti per essere portati via e una macchina completamente travolta dall’acqua. Tuttavia al lavoro tante persone, che non si sono perse d’animo. Anche noi, nonostante la fatica, abbiamo spostato fango con i nostri amici e altri volontari incontrati lì e l’atmosfera, considerando la situazione, non era male. Abbiamo proseguito tutta la mattina fino all’ora di pranzo. Alcuni di noi si sono fermati a mangiare e dopo pranzo abbiamo festeggiato insieme con una torta il compleanno di una ragazza che abita lì. È stato un momento molto felice che, nonostante tutto, credo abbia risollevato il morale alle famiglie colpite e a tutti gli altri presenti. Siamo tornati a casa passando tra paesi alluvionati e strade inagibili. Ancora c’è molto da fare ed è importante portare anche solo un piccolo contributo».

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