Pesaro

Pesaro, l’allarme di ristoranti, bar e pub: «Con il Dpcm perdiamo fatturati e posti di lavoro»

Il mondo Ho.re.ca e Confcommercio spiegano che «Servono regole chiare e aiuti economici: non vogliamo multe per indicazioni poco chiare. Potrebbero saltare il 30% dei dipendenti»

La conferenza del mondo Ho.Re.Ca.

PESARO – Il mondo della ristorazione, dei pub, dei bar di fronte a una crisi economica senza precedenti. Il nuovo Dpcm non lascia troppe aperture su questo fronte, ma gli operatori del settore chiedono regole chiare e certe e temono una ricaduta occupazionale molto importante.

Bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie dovranno chiudere alle 24, mentre per quelle attività che non svolgono servizio al tavolo la chiusura scatta alle 21. Asporto e consegna a domicilio restano confermati, ma dalle 21 c’è il divieto di consumare cibo e bevande sul posto o nelle aree vicine al locale.

Il segretario della Confcommercio Davide Ippaso, il referente dei ristoratori Mario Di Remigio, Marco Paolini e Roberto Baioni del sindacato Ho.Re.Ca (Hotel, ristoranti, bar) hanno espresso tutte le loro preoccupazioni nel corso di una conferenza stampa.

«Non possiamo essere indicati come gli untori, così aumenta solo la frustrazione dei clienti e diminuiscono i fatturati, alimentando incertezze e paura nella frequentazione di bar, ristoranti e pub. Esercizi che seguono tutte le misure previste e sono posti sicuri.

Che cosa significa la chiusura alle 24? Possiamo servire una pizza alle 23,50 e chiudere il locale aspettando che il cliente finisca il suo piatto? C’è poca chiarezza e non vogliamo dover rispondere di multe senza regole chiare. Andiamo incontro a restrizioni sempre più pesanti, ma senza avere aiuti economici . L’obiettivo del governo è quello di costruire le condizioni perchè gli imprenditori possano lavorare e non impedire il lavoro».

La paura è tanta. «Andremo incontro a perdite di fatturati molto importanti, soprattutto nel mondo di bar e pub che notoriamente lavorano ben oltre la mezzanotte. Ma anche i ristoranti stanno ricevendo disdette per matrimoni perchè non si possono avere più di trenta persone. Ma anche in questo caso bisognerebbe fare dei distinguo in base alla capienza dei locali. Qual è la differenza di avere un ristorante con 100 persone sedute e un matrimonio con massimo 30 se sono tutti distanziati? Così si rischia una importante ricaduta sull’occupazione. A Pesaro potrebbero saltare un 30-35% di posti di lavoro tra camerieri, baristi, collaboratori. Una crisi senza precedenti».

Secondo i dati Inps elaborati da Ires Cgil i lavoratori nei ristoranti della provincia sono 9.234 di cui 1.014 stagionali, 4.779 a tempo determinato.

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