Pesaro

Alla poltrona Ghost di Fiam il premio alla carriera Compasso d’Oro Adi

Progettata da Cini Boeri e Tomu Katayanagi oggi è esposta al Moma di New York. Livi: «Fu una sfida di innovazione ed estetica»

Vittorio Livi della Fiam sulla poltrona Ghost

PESARO – Quando storia e design si fondono. Il Premio XXVII Compasso d’Oro ADI è stato conferito alla Poltrona Ghost di Cini Boeri disegnata per Fiam Italia di Tavullia (PU).
La motivazione parla di “Sintesi perfetta di sperimentazione tecnologica e ricerca formale, la poltrona Ghost progettata da Cini Boeri e Tomu Katayanagi rappresenta il desiderio di dematerializzare la percezione della funzione a favore del fruitore, che diventa così protagonista assoluto dello spazio”.

Già pluripremiata durante la sua carriera, la designer ha ricevuto in precedenza ben due premi Compasso d’Oro: nel 1979 per il divano Strips, disegnato per Arflex, e nel 2011 il Compasso d’Oro alla Carriera.
Il Compasso d’Oro è nato da un’idea di Gio Ponti allo scopo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano.

Il vetro fa da padrone alla vincitrice del premio, la Ghost, poltrona monolitica così innovativa da rivoluzionare il concetto di seduta, sia dal punto di vista materico che visivo: interamente realizzata in vetro curvato e completamente trasparente. La designer disse: «Non avrei mai pensato di fare una poltrona in vetro. La mia iniziale diffidenza per un’idea che sembrava irreale fu superata dal desiderio/sfida di vedere se fosse possibile concretizzarla e se Fiam sarebbe stata così brava da riuscire a realizzarla».

La una poltrona “fantasma” oggi è esposta anche al MoMA di New York.

Vittorio Livi, fondatore di Fiam Italia, ha ritirato il premio. «In un mondo fluido, in cui l’evoluzione si basa sulla velocità dell’innovazione, trovare un prodotto che possa durare quasi un’eternità può sembrare un’utopia. Quando mi è stato presentato il progetto della Ghost, pur avendo intuito immediatamente le difficoltà tecniche a cui saremmo andati incontro, il progetto mi ha subito entusiasmato e ne volli fare una sfida, con la consapevolezza che avremmo dovuto affrontare una lunga ed impegnativa ricerca, utile però a stimolare nuove tappe di innovazione tecnologica ed estetica. Forse questo è stato possibile anche grazie all’impiego di un materiale magico come il vetro: Il materiale più
interessante dell’era moderna e per il futuro dell’uomo».

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