Pesaro

Adescamenti romantici online per estorcere denaro, diciotto indagati: perquisizioni anche a Pesaro

L'indagine della polizia e della procura di Spoleto ha colpito un'organizzazione che cercava vittime sui social. Il giro di affari sarebbe stato di oltre un milione di euro in due anni

Truffe on line, fenomeno in crescita

PESARO – Truffe romantiche a scopo di estorcere denaro alle vittime. Diciotto indagati e perquisizioni in tutta Italia, compreso a Pesaro.

La polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto, ha dato esecuzione a 18 decreti di perquisizione nei confronti di altrettante persone indagate per i reati di truffa, ricettazione e riciclaggio, nell’ambito di una indagine legata, fra l’altro, alle cosiddette “truffe romantiche”.

Il giro di affari sarebbe stato di oltre un milione di euro in due anni. Nel corso dei mesi sono piovute querele da parte delle vittime delle truffe che hanno consentito agli inquirenti di delineare una rete criminale articolata su due livelli: il primo livello si occupava di creare falsi profili al fine di adescare ignare vittime da alcuni server in Africa. Il secondo livello aveva l’incarico di mettere a disposizione i propri conti o di reclutare persone disposte a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto corrente per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale già stabilita dal gruppo criminale.

Una volta ottenuto il contatto con la potenziale vittima su un social network, la stessa veniva coinvolta in un legame affettivo virtuale tale da convincerla a versare spontaneamente somme di denaro. Le perquisizioni sono state fatte in diverse città italiane Genova, Pesaro, Latina, Caserta, Palermo, Pesaro e Padova.  Molte delle vittime sono spoletine. Alcune vittime avrebbero versato migliaia di euro. Quando qualcuno si rifiutava di versare denaro scattava immediatamente un tentativo di estorsione con la minaccia di pubblicare immagini intime, il classico revenge porn.

I proventi sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di beni di varia natura come automobili, materiale edile, condizionatori, che venivano poi spediti verso la Nigeria all’interno di alcuni container.

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