Pesaro

Acqualagna, i ristoratori regalano il tartufo e dicono: «Meglio così che buttarlo nel bidone»

In due ore alcuni fortunati passanti si sono visti consegnare circa 3 kg di tartufo bianco per un valore di 5mila euro. La protesta per denunciare il disagio sofferto dalla categoria. Ecco cosa dicono

Alcuni ristoratori di Acqualagna distribuiscono il tartufo ai passanti

ACQUALAGNA – La capitale del tartufo messa in ginocchio dall’emergenza covid-19 e dalle conseguenti misure restrittive del DPCM. Proprio per dare voce allo stillicidio che sta vivendo il comparto della ristorazione, i titolari di vari locali hanno deciso, ieri, domenica 15 novembre, di dare vita ad una singolare protesta: regalare il prezioso Tuber Magnatum Pico ai passanti. «Meglio regalare il prezioso Tartufo Bianco di Acqualagna che buttarlo nel bidone». In due ore di protesta alcuni fortunati passanti si sono visti consegnare circa 3 kg di tartufo bianco per un valore di 5mila euro.

L’iniziativa è stata messa in campo dai ristoratori della cittadina del pesarese, davanti al municipio vicino Piazza Mattei: un vero e proprio grido per denunciare il disagio sofferto dopo la variazione della fascia di colore della regione Marche, che da gialla, appunto, è divenuta arancione, facendo scattare la chiusura dei ristoranti. A chi lavora un prodotto così pregiato ma anche delicato purtroppo la possibilità dell’asporto e la consegna a domicilio risulta una misura insufficiente.

«Siamo una categoria che cerca di tenere alto il brand del tartufo di Acqualagna offrendo alla clientela sempre la massima qualità e riducendo al minimo gli sprechi» riferiscono i promotori dell’iniziativa, ovvero i proprietari dei ristoranti “Osteria Braceria Specialità al Tartufo da Plinc”, “Osteria del Parco” e “Il Tartufo” che hanno invitato i colleghi a fare lo stesso.

A finire sul banco degli imputati non è solo il decreto in sé, ma le modalità repentine con cui è stato messo in atto il cambio di colore: chi aveva già investito in materiali per il pranzo della domenica del 15 novembre si è trovato con ulteriori investimenti andati in fumo: «Non siamo contrari al decreto – dicono i ristoratori – in quanto rispettiamo le regole ma discutiamo il metodo. Non possiamo accettare che soltanto venerdì ci venga comunicata la chiusura quando abbiamo già acquistato scorte di tartufi. È un disagio costosissimo, siamo nell’alta stagione del tartufo e ognuno di noi si prepara al weekend acquistando 2 kg di tartufo a testa. I nostri ristoranti fanno doppi turni a pranzo. Abbiamo acquistato prodotti freschi di cui per il weekend interrotto non sappiamo più cosa farci. Piuttosto che buttarli abbiamo deciso di regalarli».

E pensare che la stagione 2020 per il Tuber Magnatum Pico era iniziata sotto i migliori auspici nonostante la pandemia: a fine settembre era stato rinvenuto nelle colline limitrofe al comune un esemplare di 500 grammi, una vera e propria “pepita”.

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