Pesaro

Acqualagna, evasione fiscale “apri e chiudi”: sequestrati 82mila euro a imprenditori cinesi

La guardia di Finanza ha monitorato l'attività tessile di due soggetti bloccando conti correnti e un immobile per la somma equivalente all'evasione

La guardia di finanza di Urbino

ACQUALAGNA – La Compagnia della Guardia di Finanza di Urbino, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dal Tribunale di Urbino, ha sequestrato disponibilità di conti correnti, un immobile e quote societarie per un valore di circa 82.000 euro nei confronti di due imprenditori cinesi sulla trentina operanti nel settore delle confezioni per abbigliamento.

Questo risultato è la conclusione di lunghe e complesse indagini effettuate dalle Fiamme Gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Urbino, nei confronti dei due soggetti individuati quali “dominus” di un polo imprenditoriale dedito all’evasione fiscale effettuata secondo il metodo fraudolento conosciuto come “apri e chiudi” fondato sulla sistematica apertura e successiva chiusura di aziende che, in realtà, mediante il nuovo soggetto economico subentrante, proseguono la medesima attività imprenditoriale. Tale sistema presuppone che le aziende via via succedutesi non versino le imposte venendo di fatto svuotate dei beni al fine di rendere inefficaci le successive procedure di riscossione coattiva da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

Il complesso sistema criminale è stato scoperto e segnalato alla Procura feltresca dai finanzieri di Urbino che, tramite accertamenti bancari e controlli incrociati eseguiti nei confronti di clienti e fornitori delle aziende esaminate, sono riusciti a ricostruire le somme ritenute evase e denunciare i soggetti responsabili. Successivi accertamenti patrimoniali hanno altresì permesso di individuare i beni da sottoporre a sequestro per un valore corrispondente alle imposte segnalate come evase.

Questi sequestri rappresentano un efficace deterrente all’evasione fiscale posta in essere anche con il sistema fraudolento sopra descritto e che, soprattutto nei periodi di crisi economica, produce effetti distorsivi della concorrenza e del mercato ancor più accentuati.

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