Osimo

«Zona rossa troppo tardi», a Osimo è polemica

L’opposizione sostiene che doveva essere istituita molto prima. Il sindaco spiega le ragioni. A Castelfidardo intanto il numero dei contagi è stabile

I controlli del fine settimana a Osimo
I controlli a Osimo

OSIMO – Sulla zona rossa è scontro a Osimo. L’opposizione sostiene che doveva essere istituita molto prima. Il consigliere di Progetto Osimo futura Achille Ginnetti, medico di famiglia, afferma: «Zona rossa sempre troppo tardi. Con il numero dei nuovi casi di di Covid in crescita esponenziale da inizio gennaio, la pavida politica regionale finalmente ha deciso di ricorrere a questa decisione per la nostra Provincia.

L’avevamo detto, e l’avevano detto persone molto più qualificate di noi, che la zona rossa doveva essere in vigore da tempo. Speriamo che si sia finalmente compreso che per far ripartire presto tutti i settori (economia, lavoro, suola, sport) bisogna limitare al minimo i contagi e procedere speditamente con le vaccinazioni ma anche la campagna vaccinale segna il passo. Se procede come sta andando in queste settimane, si dovrà aspettare l’ottobre 2022 per vaccinare il 70% della popolazione marchigiana. C’è necessità di una campagna capillare nel territorio coinvolgendo i medici di famiglia che, a tutt’oggi, sono stati tenuti completamente fuori dall’effettuazione della vaccinazione anti-Covid».

Polemico l’ex sindaco e attuale consigliere delle Liste civiche di Osimo Stefano Simoncini: «Che cosa ha aspettato il sindaco a richiedere la zona rossa per la nostra città mettendo a bilancio centomila euro di ristori comunali alle attività che dovrebbero chiudere nel frattempo? Abbiamo dei servizi sociali totalmente assenti sul fronte Covid e lo dico per esperienza diretta mia e della mia famiglia e non per sentito dire. In 12 mesi di malattia non ho ricevuto una sola telefonata magari per sentire se ho bisogno di qualche forma di assistenza».

Lo stesso continua: «Siamo a più di 400 malati Covid (ben oltre l’un per cento) e oltre 900 concittadini in quarantena ma il sindaco, che è la più alta autorità sanitaria cittadina ed il primo responsabile della sicurezza socio-sanitaria, non muove un dito. Oltre dieci decessi nel solo mese di febbraio, molte classi in quarantena ma l’unica misura messa in atto da Pugnaloni è un’ordinanza anti sosta in centro. Così molti esercenti, comprensibilmente, hanno preferito restare chiusi lo stesso nell’ultimo fine settimana. Con il risultato che i giovani sabato e domenica scorsi hanno affollato la pista ciclabile “Girardengo” a Campocavallo dove, mi dicono, c’era un numero impressionante di auto parcheggiate e di persone che passeggiavano ma nessun vigile. Come se gli unici a fare assembramenti siano i giovani mentre mi riferiscono che in piazza decine di anziani stazionano di mattina, magari fumando e comunque con la mascherina abbassata».

Il sindaco Simone Pugnaloni afferma: «La curva epidemiologica cresce in maniera spaventosa in tutti i comuni della nostra Provincia ed è per questo che tutti noi sindaci abbiamo dato sostegno alle scelte della Regione. È la Regione in questa situazione che deve guidare e scegliere per tutti noi e avrà per questo massimo sostegno. L’assessore regionale Saltamartini ha chiesto di esprimerci con una votazione e i sindaci sono stati unanimi per l’istituzione della zona rossa visti i dati epidemiologici».

Nella vicina Castelfidardo al momento ci sono quattro classi su 27 in quarantena all’istituto comprensivo “Mazzini” e nessuna al “Soprani”, la prima dove è stato riscontrato il caso di variante inglese, e al “Sant’Anna”. «Il numero dei contagi è stabile – dice il sindaco Roberto Ascani -. Per la precisione 218, con un leggero calo dei casi tra under 14 (28 totali). Rimane invariato il mio aggiornamento quotidiano con dirigenti scolastici e Asur che potranno portare ad ulteriori provvedimenti proprio in ragione dei dati ricevuti».

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