Osimo

Storie di innocenti e giustizia, la parola ad Alberto Matano

Grande successo e commozione ieri sera, 28 settembre, per le storie di innocenti raccontate dal giornalista Alberto Matano all'appuntamento con il festival del giornalismo d'inchiesta a Osimo

Da sinistra i giornalisti Franco Elisei, Francesca Piatanesi, Alberto Matano e Gianluca De Martino

OSIMO – «Immaginate che una notte le forze dell’ordine vi bussino alla porta dicendovi “dovete venire con noi in caserma”, vi controllino e vi portino in carcere da cui non farete più ritorno a casa. Ecco, questo è quanto è successo ai 24 protagonisti delle storie che abbiamo raccontato nel nostro programma. Storie di innocenti. Ce ne sono tante come queste da raccontare, di gente che soffre e che ha modificato per sempre la propria vita a causa di un malinteso».

Ha catalizzato l’attenzione del pubblico per più di due ore Alberto Matano, giornalista conduttore di “Sono innocente”, docufiction che racconta su Rai 3 le storie di persone arrestate ingiustamente, e volto noto della conduzione del Tg1, ieri sera, 28 settembre, all’hotel “La fonte” di Osimo nell’ambito del festival del giornalismo d’inchiesta organizzato dall’associazione culturale Ju-ter club. Il docufiction è una forma di giornalismo a pieno titolo: ricostruisce fedelmente un fatto storico o di cronaca, anche attraverso l’utilizzo e il montaggio di materiale originale. Per questo il festival ha scelto uno dei fenomeni televisivi della stagione appena conclusa, “Sono innocente” appunto, dieci puntate in prima serata per parlare in modo serio e documentato della “giustizia malata”. Il programma, annuncio dato ieri sera, tornerà con la seconda stagione a febbraio. «A turbarmi profondamente tra tutte è stata la storia di Giuseppe Gullotta, uomo che per quarant’anni (ne ha sessanta oggi e fu arrestato a diciotto), ha avuto a che fare con la giustizia, entrando e uscendo dal carcere e dovendo sopportare violenze, malelingue e ogni tipo di sopruso fisico e psicologico – ha raccontato ancora Matano -. Era stato accusato dell’omicidio di due carabinieri. L’assoluzione è arrivata, tardi. Il supporto dei familiari è stato fondamentale. Gullotta è stato risarcito con sei milioni di euro. Il punto è, sei milioni valgono la vita di una persona?».

Si è aperto così anche uno spaccato sulle condizioni di vita in carcere nel nostro Paese, ben tracciato da Matano: «Il detenuto viene privato della sua libertà e del contatto con il mondo, quella è già la sua pena. Alcuni, uscendo, non sapevano nemmeno cosa fosse Facebook o uno smartphone. Eppure, come viene scontata la pena all’interno dei penitenziari? Per lavoro sono dovuto entrare nelle carceri ed è tutto diverso da come può sembrare». Alla domanda se ha “fede” nella giustizia Matano ha risposto: «Credo profondamente nell’operato della magistratura, la stessa che poi alla fine concede l’assoluzione a queste persone. Mi sento di dire però che spesso le indagini vengono fatte in maniera superficiale, la macchina della giustizia si mette in moto subito ma, prima di mandare in carcere una persona, anche in via cautelativa e per pochi giorni, occorrerebbe pensarci il doppio delle volte».

Con Matano c’era Gianluca De Martino, giornalista che l’ha affiancato alla conduzione del fortunato programma: «Abbiamo cercato di dare una visione asciutta delle storie, senza cadere nella spettacolarizzazione del dolore – ha detto -. Gli intervistati ci hanno ringraziato dal profondo, per loro è stato anche un riscatto morale nei confronti della società che ancora, dopo l’assoluzione, li giudica e nutre dubbi sulla loro innocenza. C’è stato chi non ha voluto partecipare per non tornare a coinvolgere di nuovo la propria famiglia e riportare a galla tutto il dolore. Vite rovinate insomma ma che cercano disperatamente di tornare alla normalità. Impressionante poi il riscontro via social: sono state tantissime le manifestazioni di affetto e non solo per queste persone da parte di italiani da ogni angolo della penisola». A moderare l’incontro i giornalisti Francesca Piatanesi e Franco Elisei. Alla fine della serata Ju-ter e Confartigianato, partner ufficiale del festival, hanno insignito Matano del premio nazionale “Giornalisti in prima linea”.

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