Osimo

Osimo, è scontro sull’accertamento dei tributi

Potenziato il controllo per l’Imu e la Tasi. Ma le Liste civiche all’opposizione però non ci stanno. Pugnaloni: «Non si tratta di fare gli sceriffi»

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OSIMO – Il Comune di Osimo ha sentito la necessità di fornire un supporto all’attività di accertamento tributario degli uffici comunali, in particolare per l’Imu e la Tasi, sia per potenziare la capacità di riscossione del Comune che per migliorare il rapporto con i cittadini offrendo servizi più puntuali di informazione e di gestione delle loro posizioni tributarie.

«È volontà dell’amministrazione garantire il servizio di controllo del territorio comunale al fine di contenere l’aumento della pressione fiscale ed assicurare una maggiore equità tributaria», si legge nell’avviso di indagine di mercato per manifestazione d’interesse a partecipare alla procedura negoziata sul Mepa riservata a cooperative sociali di tipo “b” appena pubblicato sul sito del Comune dal dipartimento delle Finanze sezione tributi.

«Negli ultimi cinque anni il Comune di Osimo ha aumentato la capacità di riscossione di circa il 25%, fatto che ci ha permesso di abbattere la Tari in due anni di sei punti percentuali. Non si tratta di fare gli sceriffi, siamo vicini agli osimani spiegando loro la necessità del pagamento spesso attraverso avvisi bonari», ha detto il sindaco Simone Pugnaloni. Per presentare la domanda c’è tempo fino a mezzogiorno di venerdì 6 settembre.

Le Liste civiche all’opposizione però non ci stanno. «È giusto che tutti paghino le tasse ma siamo contrari al sistema di un nuovo giro di vite degli accertamenti per Imu e Tasi a carico degli osimani che l’amministrazione comunale ha deciso di mettere in atto. Si tratta di una chiara finalità di fare cassa, di cui sono assenti i presupposti di partenza e il raggiungimento della finalità di equità fiscale. Dopo le cartelle pazze Tasi del 2016 e quelle sulla tassa rifiuti del 2017, la coalizione che regge l’attuale amministrazione ha dato il via libera per una nuova spremitura delle tasche degli osimani. Affidare poi l’accertamento, in tutto o in parte, a soggetti esterni al Comune ci riporta all’esperienza della Cogest del 1998 o a quella ultima della Andreani che doveva permettere l’incasso di duemila milioni di euro, fermandosi invece a poco più di 700mila».

Maria Grazia Mariani, portavoce di Fratelli d’Italia Osimo, aggiunge. «Le tasse vanno pagate e su questo siamo tutti d’accordo ma perché esternalizzare il servizio di accertamento quando lo si può svolgere con funzionari comunali? Abbiamo già assistito alla questione Tari: cartelle a pioggia per milioni di euro che hanno creato non pochi disagi a tantissime aziende osimane e costretto gli uffici a lavorare per mesi alla correzione di tanti errori. Sicuramente ci sono ancora importanti sacche di evasione e l’amministrazione comunale decide di affidare per i prossimi due anni il servizio accertamento Tasi e Imu ad una cooperativa sociale al costo di circa 230mila euro. Con quei soldi però si poteva potenziare l’ufficio tributi comunale».

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