Osimo

Unitalsi, una storia lunga 114 anni

Da più di un secolo l'Unitalsi accompagna malati e disabili nelle principali mete di pellegrinaggio, inclusa Loreto che nel week end del 25 aprile è pronta ad accoglierli

Una festa dell'Unitalsi in piazza a Loreto

LORETO – L’Unitalsi è un’associazione nata nel 1903 per volontà di Giovanni Battista Tomassi che, recandosi a Lourdes per porre fine alla sua vita, trovò nella forza del pellegrinaggio e nella condivisione la forza per rinunciare al suo gesto. Da lì decise di fondare questa associazione con l’intento di consentire ad altre persone di vivere l’esperienza del pellegrinaggio che a lui aveva cambiato la vita. Oggi però l’attività dell’associazione va oltre i pellegrinaggi a Lourdes, Loreto, Fatima e Terrasanta. Prosegue nella vita di tutti i giorni. Il desiderio infatti è continuare, anche al ritorno del pellegrinaggio, l’esperienza vissuta in quei giorni.

Da sabato 22 a martedì 25 aprile Loreto sarà invasa dai pellegrini che dalla Toscana arriveranno con l’Unitalsi a far visita al santuario sfruttando il ponte della Liberazione.

«Chi decide di partecipare a un pellegrinaggio dell’Unitalsi scegliendo di mettersi a servizio degli altri deve essere pienamente consapevole dell’impegno che con tale scelta di servizio si assume – dice Monia Morsucci della sezione marchigiana dell’Unitalsi che ha sede in piazza della Madonna a Loreto -. Ogni pellegrinaggio è caratterizzato dalla presenza di persone con diverse esigenze e abitudini ma tutte accomunate dal desiderio di vivere una meravigliosa esperienza di fede e condivisione. Il compito del personale è partecipare alla costruzione dei presupposti affinché ognuno possa porsi nel giusto clima di ascolto e di preghiera, tutelando le necessità di ciascuno e in particolare dei meno autosufficienti. Questi presupposti non possono essere il frutto di iniziative individuali improvvisate, per quanto meritorie, bensì il risultato di un’organizzazione collaudata e in continuo perfezionamento. Lo spirito di servizio è certamente l’elemento decisivo e qualificativo: far parte del personale volontario non significa poter fare quello che si vuole bensì sottoporsi volontariamente a un servizio e accettarne la disciplina in favore del bene collettivo. A tutto il personale sono richiesti principalmente disponibilità, senso del dovere e di responsabilità, puntualità, umiltà e pazienza».

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