Osimo

Osimo, sventata la “truffa del resto” in farmacia

Una donna si è presentata in una farmacia di Osimo per acquistare un prodotto da banca da pochi euro e ha tentato la cosiddetta “truffa del resto”

OSIMO – Devono far attenzione anche ai tentativi di truffa i commercianti nonostante il periodo di ripresa dopo il periodo buio del covid ancora in salita. Una donna si è presentata in una farmacia di Osimo per acquistare un prodotto da banco da pochi euro e ha tentato la cosiddetta “truffa del resto”. È stata subito smascherata però. Il farmacista ha lanciato l’allarme anche sui social per avvertire quanti più colleghi commercianti possibili. In un altro esercizio osimano la truffa infatti era stata appena tentata.

«Non è la prima volta che accade, già nella mia farmacia anni fa avevano messo in pratica questa truffa», racconta la vittima. L’identità della truffatrice era camuffata dalla mascherina che aveva indosso. La truffa in pratica consiste nel pagare con una banconota da cento euro una merce di poco valore (la donna voleva acquistare un prodotto da due euro e 50) e nel momento in cui chi incassa sta consegnando il resto, il truffatore chiede la restituzione della banconota di grosso taglio dicendo di averne trovata un’altra di più basso valore (50 euro). Tra lo scambio di parole, in genere l’esercente non riconta il resto e il truffatore se ne va con la merce e i soldi.

Sono diverse le truffe riscontrate nell’ultimo periodo in zona. L’ultima in ordine temporale è terminata con un arresto nella vicina Castelfidardo e riguardava la vendita porta a porta. Un giovane si era presentato al campanello come incaricato dal Comune ad effettuare il controllo degli impianti del gas ma, nonostante la richiesta di tornare più tardi, si era intrattenuto in quella casa. Compilato un modulo, poi risultato un contratto di acquisto, l’aveva fatto firmare e aveva estratto da una scatola una sorta di apparato rilevatore di fuga di gas chiamato “Vocal gas” collegandolo alla presa di corrente. Una volta portato a termine il tutto aveva preteso il pagamento di 299 euro. Dai successivi accertamenti da parte dei carabinieri è emerso che il valore commerciale dell’apparato non supera i 30 euro.

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