Osimo

Osimo, nuova incursione di lupi in fattoria

Pecore e daini sbranati prima e poi un cervo è stato ucciso. La rabbia del proprietario e il punto sulla proposta di legge

Immagine di repertorio

OSIMO – I lupi sono tornati a Santa Paolina farm a Osimo. Pecore e daini sbranati prima e poi un cervo è stato ucciso. «Viva il lupo? Questa è la sorpresa mattutina da noi in fattoria nonostante i cani, il doppio recinto (oltre quattro ettari), le luci accese tutta la notte. Non ci troviamo nel selvaggio West ma a 100 metri da una casa, e a qualche centinaia da centri abitati e strade provinciali, nella nostra fattoria – dice Alberto Maria Alessandrini, proprietario della fattoria e consigliere comunale della Lega -. La situazione è diventata insostenibile, in questa zona ogni giorno spariscono cani, pecore, capre, asini. Non si tratta di certo di un solo esemplare che attacca considerate le proporzioni del danno. Sono in aumento, un problema. La legge che tutela la specie va modificata».

Le posizioni

Il cervo sbranato

Animali sbranati, continui avvistamenti, tanta paura. I lupi da mesi causano gravi danni in Valmusone, da Osimo a Polverigi passando per Filottrano. In queste ore si susseguono le segnalazioni a Camerano. La proposta di legge è stata siglata. Alla presenza del lupo si vuole porre rimedio. «Non si tratta di aprire la caccia al lupo, come sostengono gli animalisti. Ho firmato la proposta di legge alle Camere perché credo che il problema vada affrontato, così come ha già riferito il neo Ministro all’Agricoltura in Parlamento», dice il consigliere della Lega Mirko Bilò, firmatario della proposta di legge sulla selezione dei lupi e degli ibridi di lupo assieme al consigliere di Civici Marche in Regione Giacomo Rossi.

«Si fermi la scellerata alleanza anti-lupi siglata in questi giorni anche nelle Marche, che propone al Parlamento improbabili e preoccupanti deroghe alle norme nazionali, alle norme comunitarie ed ai trattati internazionali che regolano la tutela di questa specie particolarmente protetta. La proposta dei consiglieri regionali delle Marche sono una trovata che, oltre a non affrontare il reale problema della corretta coesistenza tra lupo e attività antropiche, rappresenta un favore unicamente all’ala più oltranzista del mondo venatorio che con la fauna selvatica ha un rapporto distorto e vecchio», dice invece Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche.

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