Osimo

Osimo, l’istituto Campana presenta gli interventi di valorizzazione dell’archivio storico

Vincolato dalla Soprintendenza archivistica nel 2009, l'archivio storico dell'ente conserva il fondo della nobile famiglia Campana, quello del Nobil collegio e Seminario vescovile, fondato nel 1715, nonché il fondo dell'azienda agraria dell'ente, interessando un arco cronologico che va dal 1483 fino al 1967

Osimo, il palazzo Campana
Il Campana

OSIMO – L’istituto Campana ha presentato in anteprima ieri, 23 maggio, i primi interventi di valorizzazione dell’archivio storico, interventi previsti nel progetto “Dalle carte alla memoria condivisa. La valorizzazione dell’archivio storico Campana di Osimo”, promosso dall’istituto Campana per l’istruzione permanente e finanziato dalla Fondazione Cariverona. Vincolato dalla Soprintendenza archivistica nel 2009, l’archivio storico dell’ente conserva il fondo della nobile famiglia Campana, quello del Nobil collegio e Seminario vescovile, fondato nel 1715, nonché il fondo dell’azienda agraria dell’ente, interessando un arco cronologico che va dal 1483 fino al 1967.

Si tratta dell’unico progetto, che avrà durata di tre anni, finanziato nell’ambito del bando archivi nella Regione Marche. Dall’avvio del piano, al quale sta lavorando un team di cinque professionisti del settore archivistico, sono già stati raggiunti i primi obiettivi volti alla più ampia fruibilità e accessibilità della documentazione archivistica: è stato effettuato il riordino fisico, la schedatura e l’inventariazione informatica secondo rigorosi criteri scientifici, è già online il sito web dedicato www.archiviostoricocampana.com per la fruizione online degli inventari e dei documenti digitalizzati tramite il sofisticato scanner planetario, in uso presso le più prestigiose istituzioni culturali internazionali tra cui la biblioteca apostolica Vaticana, il museo della Città proibita di Pechino e la Biblioteca nazionale.

La campagna di digitalizzazione, curata dall’azienda leader del settore Record data srl, che ha interessato 49 pergamene, 16 faldoni e un cabrei, consente di preservare i documenti originari dall’usura e al contempo fruizione su larga scala. Il sito permette di accedere alle informazioni e ai documenti pubblicati non soltanto a utenti specialistici abituati alla consultazione online di banche dati ma anche ad utenti comuni interessati alla fruizione di oggetti digitali. I contenuti sono accessibili attraverso gli alberi gerarchici, indice dei nomi e dei luoghi citati.
«L’intervento previsto sull’archivio storico si inserisce nell’ambito di un piano programmatico pluriennale dell’istituto Campana che comprende la campagna di restauri dei dipinti antichi provenienti dall’eredità della famiglia Campana – ha detto il presidente Matteo Biscarini -, l’attività di riordino e catalogazione in OpacSbn della biblioteca storica che consta di circa 16mila volumi e le attività di monitoraggio ambientale condotte dal 2016 in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche all’interno delle grotte sotterranee di palazzo Campana».
«Abbiamo scelto di finanziare il progetto presentato dal Campana per la forte valenza scientifica del progetto e per l’efficacia degli interventi volti alla massima fruizione della documentazione archivistica», ha aggiunto Paolo Zoppi, consigliere d’amministrazione della Fondazione Cariverona.
Massimo Bonifazi, archivista coordinatore scientifico del progetto, ha spiegato nel dettaglio i fondi che compongono l’archivio Campana mentre Matteo Sisti, archivista responsabile del sito dedicato, ha illustrato le potenzialità del software open source Atom che consente un accesso semplificato per tutta la tipologia di utenza. Ha portato il saluto della Regione Marche Serenella Canullo, funzionaria del settore Cultura, che ha espresso l’auspicio di allargare la partnership del progetto anche all’istituto regionale. Ha concluso Sabrina Mingarelli, soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche, che espresso la massima soddisfazione per gli interventi di valorizzazione su archivi privati come quello del Campana, che sono tutelati dallo Stato al pari di quelli pubblici ma che spesso hanno limiti di consultabilità.

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