Osimo

Osimo, la Cristianpack in prima linea per il progetto Agrifood sullo Smart packaging

Il progetto, che coinvolge diversi attori, ha come obiettivi la riduzione della plastica e dello spreco di cibo attraverso lo studio sulla durata dei prodotti con un packaging attivo

La conferenza alla Cristianpack con i relatori e l'assessore regionale Carloni
La conferenza alla Cristianpack con i relatori e l'assessore regionale Carloni

OSIMO – C’è un grande progetto del settore Agrifood approvato dal Mise e presentato dall’assessorato allo Sviluppo della Regione Marche che ha per titolo “Nuove tecnologie di prodotto per packaging flessibili, rigidi e semi rigidi, ecocompatibili polifunzionali e intelligenti”. Rappresenta un modello operativo della “Industria 4.0”, sostiene l’ambiente e rende competitive le piccole e medie imprese che sono l’eccellenza italiana su si può tornare a puntare. Questo progetto vede coinvolte come protagoniste, oltre all’Università di Roma Tre, all’Università Politecnica delle Marche e alle Regioni Marche, Lazio ed Emilia-Romagna, alcune imprese fortemente radicate sul territorio marchigiano come Cristianpack di Osimo e Copemo (Cooperativa pescatori molluschicoltori) di Ancona, oltre a Ica ed Aroma system – Bologna.

Proprio alla Cristianpack, sede di San Sabino di Osimo, stamattina, 19 maggio, si è tenuta la presentazione del progetto in anteprima. La proposta progettuale ha come obiettivi la riduzione dell’uso di materie plastiche mediante decremento di spessore e del peso dell’imballaggio e l’intervento sullo spreco di cibo attraverso lo studio dell’estensione della durata dei prodotti usando un packaging attivo. Non solo, anche il riciclo al cento per cento della materia prima plastica post consumo. L’occhio all’ambiente e alla sostenibilità insomma fanno da faro.

«Il progetto Agrifood nel settore dello Smart packaging, superando la burocrazia, mette insieme quattro valenze rilevanti per il mercato: sicurezza, competitività, lavoro, investimenti-profitto. Ognuno di questi valori ricade con grande importanza produttiva, occupazionale, non da meno sulla sicurezza alimentare e soprattutto ambientale, sul territorio. Nell’ambito della Green economy il progetto coniuga perfettamente tecnologia e innovazione facendo dell’impresa un motore per lo sviluppo ecosostenibile del territorio», ha detto il progettista referente, Fabrizio Faedi, consulente nazionale promotore del progetto.

Il vicepresidente della Regione Marche e assessore alle Attività produttive, Mirco Carloni, ha aggiunto: «Il progetto Smart packaging del settore Agrifood approvato dal Mise rappresenta un modello nazionale di “Industria 4.0” che vede le Marche all’avanguardia per innovazione ed ecosostenibilità e rende competitive le nostre piccole e medie imprese. Come Regione sosteniamo i progetti che partono dalle aziende. Prima le aziende erano costrette a inventarsi progetti per accedere ai finanziamenti, adesso è l’impresa che propone il progetto industriale di crescita. C’è molta più concretezza. Questo è un momento darwiniano della storia sociale delle industrie, occorre capacità di distinguersi altrimenti si rischia l’estinzione».

Il presidente della Cristianpack Sandro Pergolesi ha poi presentato la sua realtà. «Esistiamo dal 1989, oggi contiamo 50 dipendenti e anche l’ingrosso a Osimo Stazione. Ci siamo spostati al biocompostabile, scelta all’inizio difficile, per cui ci siamo affidati alla nostra ricerca e sviluppo sostenendo spese non indifferenti. La spinta recente del mercato verso soluzioni di imballaggio ecologiche e le modifiche normative in materia di imballaggi biodegradabili hanno fatto da guida insomma per la mia azienda nella ricerca di materiali, processi, metodi e servizi innovativi che ci hanno consentito di suggerire alla clientela le soluzioni più ecologiche e migliori per il confezionamento, la conservazione e la pubblicità dei propri prodotti».

Intervenuti i rappresentanti dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Università di Roma Tre (Cinzia Aversa), di Cesare Rapparini per Ica e Aroma capofila del progetto e Cinzia Spinsanti per la Copemo.

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