Osimo

Osimo, giornata di sciopero alla Fondazione Recanatesi

Sindacati e lavoratori uniti protestano per i tagli ai servizi interni alla casa di riposo osimana, frutto del deficit di bilancio in cui versa la Fondazione stessa

Lo sciopero alla Recanatesi di Osimo
Lo sciopero alla Recanatesi di Osimo

OSIMO – È stata indetta un’intera giornata di sciopero oggi, 12 maggio, con picchetto stamattina, dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl per tutti i lavoratori impiegati nella struttura socio-assistenziale della Fondazione Recanatesi di Osimo.

«La Fondazione si trascina una difficoltà economica da quasi sette anni – dichiarano i sindacati –, frutto di una gestione disattenta dei conti che ora vuole far pagare ai lavoratori impiegati nella struttura con un taglio al servizio svolto dall’Ass.Coop. e con l’ulteriore esternalizzazione di alcuni servizi. Il tutto nell’arco di poche settimane di tempo, insufficienti a trovare soluzioni utili ad ammortizzare le ripercussioni di queste operazioni sui lavoratori. Siamo consapevoli che il bilancio della struttura va risanato ma una situazione gravosa affrontata seriamente solo ora non può essere risolta in poche settimane a scapito dei lavoratori e senza condividere con le organizzazioni sindacali il piano di risanamento». Ad aggravare la situazione c’è il mancato accreditamento di alcuni posti letto della struttura, che rende difficile la sua piena occupazione.

La protesta

Lo sciopero odierno

Oggi, tra striscioni e bandiere, con i lavoratori era presente Giorgio Paterna della Fp Cgil: «C’è stata una gestione disattenta dei bilanci e solo adesso l’amministrazione sta tentando di chiudere il bilancio in pareggio nel giro di massimo un anno. Un arco temporale troppo breve che implica tagli al lavoro di tutte queste persone, molte prossime al pensionamento. Adesso dal primo giugno saranno a zero ore tutti gli addetti all’animazione mentre quelli delle pulizie hanno già visto ridotte le ore di lavoro. È in corso al Tar anche un contenzioso con il Comune per quanto riguarda 20 posti letto non accreditati». Monya Fioruti della Fisascat Cisl ha aggiunto: «Dopo anni di gestione inoculata e di mancata attenzione alla legge (una multa dall’Ispettorato del lavoro, la perdita di diverse cause, una con l’ex direttore e un’altra con un’associazione di volontariato), il bilancio oggi è negativo e la Fondazione ha maturato debiti nei confronti della cooperativa. La gestione è stata messa in mano dalla presidenza a un consulente esterno che applica in maniera stretta la legge regionale 20 del 2006. Il 16 maggio subentrerà la Sodexo, ci sarà il cambio di appalto per ristorazione e pulizia con buona pace del servizio che sarà ridotto. Già per la sala si è passati da 170 ore settimanali a 118 e le pulizie hanno tagliato il lavoro del 40-50 per cento». Alberto Beltrani della Uil Fpl ha detto: «Per parte è di proprietà della Curia vescovile che abbiamo interpellato. Non è giusto che a scontare il deficit di bilancio siano i lavoratori, un debito che ammonta a circa un milione e 200mila euro. A farne le spese subito gli animatori appunto, che dal primo maggio hanno visto ridotte le ore a 36 tra quattro persone. Non c’è stata condivisione per quanto riguarda il piano di rientro».

Le richieste

«Chiediamo che tutti facciano la propria parte: le istituzioni pubbliche accreditino in Regione tutti i posti letto, il cda della Fondazione rallenti questo percorso condividendo con i sindacati soluzioni per ridurre l’impatto sui lavoratori – dicono congiuntamente -. Abbiamo bisogno di trovare accordi sul livello occupazionale complessivamente collocato nella struttura, sulle condizioni delle esternalizzazioni e sui tempi di riduzione del servizio di animazione».

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