Osimo

Osimo, aree non edificabili e Imu esosa: il comitato protesta

«Le amministrazioni comunali che si sono succedute nell’ultimo quarto di secolo hanno programmato aree edificabili a pioggia, senza tenere conto delle dinamiche demografiche del nostro Comune e delle conseguenti esigenze abitative», dicono dal Comitato aree edificabili

Via Sogno a Osimo
Via Sogno a Osimo

OSIMO – Cementificazioni e rigenerazione urbana. Se ne parla ovunque, in tutte le amministrazioni comunali. Due modi di praticare in antitesi che fanno spesso discutere maggioranza e opposizione. Anche a Osimo, è stato uno dei temi caldi dell’ultima campagna elettorale. E adesso salgono le proteste, da parte di cittadini. In particolare da un comitato. Il primo affondo infatti arriva dal Comitato aree edificabili composto da esponenti del comitato No prg 2005 che da anni si batte per la riduzione dell’Imu sui propri terreni di fatto non edificabili per via del contenzioso in atto con la Provincia.

«Le amministrazioni comunali osimane che si sono succedute nell’ultimo quarto di secolo hanno programmato aree edificabili a pioggia, senza tenere conto delle dinamiche demografiche del nostro Comune e delle conseguenti esigenze abitative – dicono i rappresentanti -. Di conseguenza, da tempo gli osimani si godono il crescente degrado della viabilità e lo spettacolo desolante di aree un tempo agricole e ormai diventate incolte mentre i loro proprietari sono chiamati a versare imposte (Imu) calcolate su valori del tutto irrealistici».

Parte del comitato “No prg 2005”

Oltre alla scure dell’Imu che ancora grava su tante famiglie osimane, adesso il “nuovo” comitato si scaglia contro opere di lottizzazione rimaste inespresse: «Nel 2008 l’allora sindaco Simoncini scriveva sul suo blog che via Edgardo Sogno sarebbe diventata, appunto, una strada da sogno ma è tutta un’altra storia: sulle aree cedute al Comune per opere pubbliche cresce una rigogliosa vegetazione spontanea che il Comune, costantemente a corto di soldi, non sembra avere la volontà di contrastare. Nei piani dell’amministrazione pare del tutto assente qualunque considerazione sugli effetti dell’ulteriore consumo di suolo con le probabili conseguenze sul piano ecologico che gli attuali fenomeni climatici rischiano di rendere catastrofiche».

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